BLADE RUNNER 2049

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Cinema nel cinema, Giallo - Triller, Metafore del nostro tempo, Tematiche religiose
Genere
Fantascienza
Regia
Denis Villeneuve
Durata
163'
Anno di uscita
2017
Nazionalità
Stati Uniti, Canada, Regno Unito
Titolo Originale
Blade Runner 2049
Distribuzione
Warner Bros Entertaiment Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Hampton Fancher, Michael Green Hampton Fancher, Philip K. Dick da personaggi del suo romanzo "Il cacciatore di androidi"
Musiche
Johann Johannsson, Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch
Montaggio
Joe Walker

Orig.: Stati Uniti (2017) - Sogg.: Hampton Fancher, Philip K. Dick da personaggi del suo romanzo "Il cacciatore di androidi" - Scenegg.: Hampton Fancher, Michael Green - Fotogr.(Scope/a col.): Roger Deakins - Mus.: Johann Johannsson, Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch - Montagg.: Joe Walker - Dur.: 163' - Produz.: Ridley Scott, Alcon Entertainment in associazione con Torridon Films, 16:14 Entertainment.

Interpreti e ruoli

Ryan Gosling (Agente K), Harrison Ford (Rick Deckard), Dave Bautista (Sapper Morton), Jared Leto (Neander Wallace), Ana De Amas (Joi), Sylvia Hoeks (Luv), Robin Wright (tenente Joshi), Mackenzie Davis (Mariette), Carla Juri (Ana Stelline), Lennie James (Mister Cotton), Barkhad Abdi (Doc Bsdger), David Dastmalchian (Coco), Hiam Abbasss (Freysa), Wood Harris (Nandez)

Soggetto

Nella Los Angeles del 2049, l'agente K della polizia di Los Angeles è sulle tracce di un'importante scoperta che potrebbe cambiare le sorti della società. K cerca la presenza di replicanti con una vita difficile e precaria. Stretto tra molti avversari e in difficoltà nel fronteggiare personaggi di diversa provenienza, K intravede una via d'uscita quando arriva vicino a Rick Deckard, un blade runner salvato oltre trenta anni prima...

Valutazione Pastorale

Blade Runner è stato, nel 1982, un titolo che ha lasciato una forte impronta su tutto il cinema degli anni 80. Ridley Scott lo ha diretto con un incisivo taglio poetico ed evocativo, al punto che intere sequenze sono rimaste a lungo nella memoria dello spettatore. Era quasi inevitabile che quella trama, quella serrata e implacabile caccia tra il poliziotto e la replicante fosse destinata a riprendere vita, a non chiudersi con una semplice e laconica parola fine. All'origine di Blade Runner c'era "Il cacciatore di androidi", romanzo scritto da Philip Dick, maestro di una fantascienza fatta di sussulti e palpiti emotivi. Sono passati trenta anni e quel testo è rimasto a fare da prezioso apripista. Falliti numerosi approcci e tanti tentativi in varie direzioni, la produzione si è concentrata su un plot corposo e intenso, giocato in modo paritario tra l'idea di 'seguito' e quella di 'recupero' del passato. Siamo ora nel 2049 e Los Angeles, più che mai cupa, oscura, è battuta come in passato da una pioggia fitta e implacabile. La trama ha una durata fiume di 163’, non un racconto ma un poema, una cavalcata nei tempi e nella storia a cavallo di un profondo incalzare di ricerche, sospetti, dimenticanze. K è il poliziotto dal volto umano, incerto da quale parte stare, tormentato dall'impossibile domanda se ciascuno di noi sia più essere umano o androide. Le immagini proseguono in un incalzare di incertezze. E così gli interrogativi: siamo copia o originale e quella più insistente. Nello snodarsi inquietante delle immagini, la fantascienza a lungo rintanata dentro la nebbia ritorna ben presente sul viso e negli occhi del protagonista, di K e dei suoi alleati/nemici. Villeneuve, qui alla prova più difficile dopo i precedenti "La donna canta" (2010), "Sicario" (2015), "Arrival" (2016)si conferma autore di spiccata sensibilità umanista e di narratore dedito a lavorare sul rapporto tra passato, presente e futuro con una vena poetica profonda e dolorosa. Con situazioni che ci portano in luoghi dentro la realtà ma nel pieno del conflitto tra ragione e razionalità. Quando appare in scena Harrison Ford (ancora nei panni di Rick Deckard) il film fa uno scatto verso una maggiore tensione narrativa. Quasi che il ritorno del passato agisse da molla e da detonatore. Eppure forse proprio i 35 anni trascorsi sono la misura e la chiave del film. Che è bello, emozionante, carico di tensione e paura. Un tuffo nella realtà virtuale prossima ventura. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni, ferma restando una durata forse in qualche momento eccessiva e non indispensabile. Resta il fascino di un 'genere' che dimostra ancora di potersi muovere su molti fronti narrativi.

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