COCAPOP

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Droga, Famiglia, Male, Matrimonio - coppia
Genere
Drammatico
Regia
Pasquale Pozzessere
Durata
86'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Indipendenti
Musiche
Mats Hedberg
Montaggio
Simona Paggi

Orig.: Italia (2010) - Sogg. e scenegg.: Pasquale Pozzessere - Fotogr.(Panoramica/a colori): Bruno Cascio - Mus.: Mats Hedberg - Montagg.: Simona Paggi - Dur.: 86' - Produz.: Pasquale Pozzessere.

Interpreti e ruoli

1° Episodio: VITTORIO - 2° EPISODIO: LORENZO - 3° EPISODIO: LAURA . (Lisa Gastoni/Bibi; Arnaldo Ninchi/Vittorio; David Sebasti/Stefano; Ruby Kammer/Alice)

Soggetto

In un appartamento della Roma contemporanea, si danno il campio alcune persone solo in apparenza tranquille. All'inizio ci sono Bibi e Vittorio, coppia matura, che deflagra quando lei scopre che il marito fa da tempo uso di cocaina. Quindi è la volta di Francesco e Irene e delle scelte difficili cui li sottopone il figlio Lorenzo, dedito alla droga. Infine nelle stesse stanze arriva la giovane Laura. Lei è sola e, tra ricordi e rimpianti, il dolore per la dipendenza la consumerà lentamente.

Valutazione Pastorale

L'obiettivo dei tre episodi è quello di mostrare in parallelo tre generazioni, dai più avanti con gli anni alla fascia giovanile: età diverse tenute insieme dall'appartenenza ad una insospettabile classe borghese e, purtroppo, dall'uso fuori norma della cocaina. "E' un cancro trasversale -dice Pozzessere- colpisce dappertutto e trasversalmente. Volevo sollevare una riflessione sull'abuso che ne viene fatto dalle persone dei ceti medio alti così come dallo studente, fino all'insospettabile musicista così rigorosa e professionale nel suo lavoro (Laura/Caprioli). Volevo mostrare le conseguenze che l'abuso comporta: il ruolo di un non dichiarato tossicodipendente nella propria famiglia può avere conseguenze devastanti". La materia, delicata e ostica, è affrontata dal regista con taglio asciutto e rigore quasi documentaristico, soprattutto nell'ultimo episodio, che tocca la soglia del dolore esistenziale senza difesa. Questa è la situazione, e non tutti lo ammettono. Altri ne cercheranno le cause, intanto teniamo gli occhi bene aperti. Dal punto di vista pastorale, il film, anche a motivo di alcuni passaggi decisamente duri e forti, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

più che nella programmazione ordinaria, il film si indirizza per occasioni mirate, dove sia possibile avviare riflessioni sul tema che affronta, tra contributi, testimonianze, confronti. Attenzione è certamente da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

Le altre valutazioni

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