COME DUE COCCODRILLI *

Valutazione
Complesso, Discutibile, Dibattiti
Tematica
Famiglia - fratelli sorelle
Genere
Drammatico
Regia
Giacomo Campiotti
Durata
95'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
COME DUE COCCODRILLI
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Giacomo Campiotti, Alexander Adabachan, Marco Piatti Giacomo Campiotti, Lucia Zei
Musiche
Stefano Caprioli
Montaggio
Roberto Missiroli

Sogg.: Giacomo Campiotti, Lucia Zei - Scenegg.: Giacomo Campiotti, Alexander Adabachan, Marco Piatti - Fotogr.: (panoramica/a colori) Raffaele Mertes - Mus.: Stefano Caprioli - Montagg.: Roberto Missiroli - Dur.: 95' - Coproduz.: Fandango, Roma - Kien Production, Paris

Interpreti e ruoli

Fabrizio Bentivoglio (Gabriele), Giancarlo Giannini (Pietro), Valeria Golino (Marta), Sandrine Dumas (Claire), Angela Baraldi (Antonella), Ignazio Oliva (Gabriele giovane)

Soggetto

Gabriele, un quarantenne italiano che vive a Parigi dopo aver abbandonato la casa paterna, si è imposto nell'ambiente dei ricercatori d'antiquariato come preparatissimo: si è fatto una fortuna ed ha una relazione con la bella Claire, che però non si decide a sposare, vivendo da "single". Inaspettatamente Gabriele è fortemente colpito da una notizia: sul lago di Como, sua terra d'origine, è all'asta, nella villa signorile del padre in cui è cresciuto, un vaso antico d’inestimabile valore. Gabriele parte precipitosamente per l'Italia, dopo aver promesso a Claire di farle avere notizie, non senza aver fatto firmare e timbrare dalla segretaria del suo Centro d'antiquariato, una dichiarazione in bianco chiedendole fiducia, con la segreta intenzione di avvalersene per una personale vendetta. Giunto senza preavviso alla villa paterna trova una bambina: le si avvicina riuscendo a conquistarsi l'amicizia della piccola ed a farsene una specie di guida verso l'interno, dove era stata fatta una copia del famoso vaso, da parte dei suoi fratellastri, guidati dal padre. Gli si riaffacciano gli incubi ed i ricordi angosciosi dell'infanzia e dell'adolescenza: la mamma Marta l'aveva scoperto da bambino non era la moglie, ma l'amante del padre Pietro, sposato ad un'altra e con figli, che alla morte da parto di lei, aveva voluto con sé Gabriele, affidando il neonato ad una balia. Ha intenzione di denunciare quel falso, riducendoli in miseria. Sennonché l'ambiente, il rivedere il padre di cui ricorda d'esser stato amato quanto quegli odiosi fratellastri, ed il fratello molto caro; i ricordi che gli si affollano nell'animo e tutto un insieme di circostanze lo sconvolgono e lo fanno desistere. Distrutte le prove di quel falso, insinuandosi in un ripostiglio nel quale aveva accuratamente nascosto da ragazzo i resti dell'originale, si presenterà ai suoi familiari, ma straccerà davanti a loro la fatale denuncia già pronta, fuggendo ancora una volta, inseguito dai disperati richiami del fratello, mentre già il motoscafo si sta staccando dalla darsena. Gli grida: "ritornerò" ormai trasformato in un nuovo Gabriele, libero dai risentimenti che lo imprigionavano.

Valutazione Pastorale

si è ritenuto utile dettagliare l'aspetto narrativo di questo film, opera seconda dopo il fortunato "Corsa di Primavera" del 1990 di Giacomo Campiotti, perchè complesso e di non facile lettura, nonostante i riconoscimenti ottenuti. Il film presenta le ossessioni del protagonista in color seppia; e le memorie del passato a colori, in un continuo andirivieni di passaggi dal seppia al colore e di flash-back dal passato al presente, con un montaggio nervoso che può disorientare lo spettatore. Tecnicamente e formalmente dotato di soluzioni apprezzabili ed insolite, ha ottenuto la classifica di "discutibile" a motivo di situazioni e sequenze scabrose, con le quali viene resa in immagini la vicenda.

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