IL CAPITALE UMANO

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Avidità, Denaro, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Giovani, Lavoro, Metafore del nostro tempo, Politica-Società, Teatro
Genere
Drammatico
Regia
Paolo Virzì
Durata
109'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Francia, Italia
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Francesco Bruni, Francesco Piccolo, Paolo Virzì libero adattamento dal romanzo "Il capitale umano" di Stephen Amidon
Musiche
Carlo Virzì
Montaggio
Cecilia Zanuso

Orig.: Italia/Francia (2013) - Sogg.: libero adattamento dal romanzo "Il capitale umano" di Stephen Amidon - Scenegg.: Francesco Bruni, Francesco Piccolo, Paolo Virzì - Fotogr.(Scope/a colori): Jérome Alméras - Mus.: Carlo Virzì - Montagg.: Cecilia Zanuso - Dur.: 109' - Produz.: Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Marco Cohen in coproduzione con Philippe Gompel, Birgit Kemner.

Interpreti e ruoli

Valeria Bruni Tedeschi (Carla Bernaschi), Fabrizio Bentivoglio (Dino Ossola), Fabrizio Gifuni (Giovanni Bernaschi), Valeria Golino (Roberta Morelli), Luigi Lo Cascio (Donato Russomanno), Giovanni Anzaldo (Luca Ambrosini), Matilde Gioli (Serena Ossola), Guglielmo Pinelli (Massimiliamo Bernaschi), Gigio Alberti (Giampi), Bebo Storti (ispettore)

Soggetto

In Lombardia, oggi. Anzi, più precisamente, in Brianza, zona ad alto tasso di sviluppo economico, dove il lavoro ha creato molta ricchezza e non sempre ne ha restituito gli effetti. Dino è un immobiliarista cinquantenne che, arrivato ad un punto di non ritorno, cerca di appoggiarsi al ricco Giovanni Bernaschi per mettere a segno il colpo che potrebbe cambiargli la vita. Carla, moglie di Giovanni, vorrebbe vivere giornate differenti dall'inerzia di quelle che passa accanto ad un marito dedito solo a riunioni ed affari. In una notte alla vigilia di Natale, un incidente poco chiaro in cui muore un lavoratore complica la situazione e rimescola i rapporti tra i protagonisti di una vicenda che diventa sempre meno limpida e rimette in gioco diritti, doveri, responsabilità.

Valutazione Pastorale

Esordiente ormai quasi venti anni fa ("La bella vita", 1994), Paolo Virzì ha proseguito una carriera nel solco della classica commedia italiana: un cinema che intende far ridere e insieme riflettere, pensare, sognare. Ora però lo sguardo del regista si sposta in modo significativo. "Il copione -chiarisce Francesco Bruni, cosceneggiatore- ha un andamento poliedrico. I tre capitoli in cui è diviso raccontano lo stesso lasso di tempo attraverso un differente testimone, e l'unione dei tre punti di vista fornisce il quadro completo della vicenda. Si respira l'aria del giallo, del rompicapo che ti porta lentamente alla scoperta della verità". Il fatto è che all'origine c'è un romanzo omonimo scritto dall'americano Stephen Amidon e ambientato in una cittadina del Wisconsin. "Un thriller -precisa Virzì- che abbiamo adoperato con una certa disinvoltura". A poco a poco l'atmosfera lombarda entra nel film e lo plasma con una nuova pelle. Un po' incerte a trovare il passo giusto, le dinamiche narrative acquistano poi logica e precisione, il clima si fa pressante, la resa dei conti inevitabile. Qualche sbavatura nelle psicologie non impedisce la costruzione di una radiografia asciutta, nervosa, quasi neutra, dentro delusioni e lamenti socio-esistenziali ai confini del melò. Film dalle suggestioni americane che fatica a liberarsi dei riferimenti italiani e che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto italiano ben confezionato e recitato, e come avvio ad una riflessione su alcuni temi importanti che affronta (lavoro, ricchezza, rapporto genitori/figli, gestione sociale delle risorse e della cultura...). Qualche attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

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