IL VIAGGIO **

Valutazione
Discutibile, Complesso
Tematica
Metafore del nostro tempo, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Fernando E. Solanas
Durata
116'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Argentina
Titolo Originale
EL VIAJE
Distribuzione
Columbia Tri Star Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Fernando E. Solanas
Musiche
Egberto Gismonti, Astor Piazzolla, Fernando E. Solanas
Montaggio
Alberto Borello, Jacqueline Meppiel

Sogg. e Scenegg.: Fernando E. Solanas - Fotogr.: (normale/a colori) Felix Monti - Mus.: Egberto Gismonti, Astor Piazzolla, Fernando E. Solanas - Montagg.: Alberto Borello, Jacqueline Meppiel - Dur.: 116' - Co-Produz.: Cinesur, Argentina; Les Films Du Sud, Francia

Interpreti e ruoli

Walter Quiroz (Martin), Dominique Sanda (Helena), Ricardo Bartis (Salas), Marc Berman (Nicolas), Cristina Beverra (Violeta), Franklin Caicedo (Alguien Boga), Fito Paez (Pablo), Carlos Carella, Angela Correa, Justo Martinez, Juana Hidalgo, Eduardo Rojo

Soggetto

Martin, un diciassettenne dalle scelte ancora incerte, vive nella Terra del Fuoco, a Ushuaia, la cittadina più meridionale del pianeta, con la madre e il patrigno. Frequenta un liceo dalle strutture fatiscenti, irreggimentato con altri compagni da un sorvegliante-dittatore, all'arbitrio quotidiano di un non meno dispotico "dittatore del collegio", e annoiandosi a morte durante le gelide lezioni di professori arcigni e scostanti. È indeciso e angosciato per l'assenza del padre –da troppo tempo lontano, per cui la madre ha accettato di vivere con un altro uomoun padre vero, di cui ricorda la passione per la natura, i viaggi, l'arte, e dal quale Martin vorrebbe sentirsi sostenuto e consigliato. Un giorno presa la sua bicicletta e con qualche indumento nello zaino e poco denaro si avventura negli spazi sconosciuti dell'America Latina, sognando d'incontrare da qualche parte il padre, in realtà alla ricerca di se stesso, delle proprie radici, della propria identità. È un viaggio iniziatico, durante il quale Martin ha modo di attraversare località della Patagonia, di Buenos Aires, S. Paolo, l'Amazzonia, il Machupicchu, i Caraibi, il Messico e di imbattersi nelle tracce di antiche civiltà di quelle terre, in vestigia di remote migrazioni di popoli e in segni del passaggio di conquistatori e colonizzatori, come pure in testimonianze inequivocabili di genialità e di ardimento della sua gente lungo il trascorrere dei secoli. Ma si scontra pure con le infinite contraddizioni di quelle terre, nelle quali il contrasto anche nei momenti storici attuali fra il lusso dei potenti e la miseria dei reietti è dei più clamorosi e stridenti dell'intero pianeta. Martin nota ingiustizie vergognose, corre rischi impensabili, sperimenta gli inganni e le incurie dei potenti, incontra ogni genere d'insidie e di pericoli ma anche la solidarietà dei semplici, l'amore, lo stesso padre. Il viaggio ha reso maturo l'adolescente ribelle, che è ora in grado di comprendere il padre, con il suo rifiuto dell'immobilismo e della passività e il suo desiderio di novità. Martin si riconosce in lui e, reso più consapevole, si avventura in una personale e responsabile sfida all'ignoto.

Valutazione Pastorale

il film di Solanas, colossale e complesso, sembra ideato come un grande affresco della geografia e della storia delle popolazioni sudamericane, ma anche come una sintesi fra il grottesco e l'umoristico, la metafora e la poesia dei violenti contrasti in cui tali popolazioni non cessano di trovarsi coinvolte, nell'eterno dibattersi fra sottosviluppo e modernità avveniristiche, sfruttamento disumano e sfarzosità scandalose. Indimenticabili le immagini della più grande miniera d'oro del mondo, in cui lavorano centinaia di creature umane alla stregua di animali da fatica, a malapena nutrite e spregiudicatamente mal pagate; come pure quelle di una fantasiosa Buenos Aires sommersa girate dopo la vasta alluvione che colpì un villaggio costiero non molti anni or sono con quella simbolica bara galleggiante e la gente che non si decide ad abbandonare le proprie abitazioni; e quelle della riscossione delle imposte fra popolazioni in miseria, che recano, rassegnate e silenziose, all'esattore il loro infimo contributo. Un film la cui nota dominante è l'incuria e il degrado generale, dove tutto cade e va in rovina sotto gli occhi stupiti di un adolescente; la scuola e le strade, le casupole e i grattacieli e tutto sembra gridargli di far qualcosa, inseguire un qualche miraggio come quello misterioso e sfuggente della fanciulla in rosso credere in qualcosa, prender coscienza, avere iniziativa, non rassegnarsi all'ineluttabile. Film di non facile lettura, ma intenso e interessante per contenuti di attualità e simbolismi non sempre decifrabili, dai quali comunque traspare lo sgretolamento politico, sociale ed economico di quasi la totalità dei paesi del sudamerica e un velato invito a reagire, a unire le forze, a riappropriarsi di una umanità e di una cultura dalle radici storiche e civili ricche di valori e di innegabili potenzialità.

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