KAMASUTRA

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Donna, Sessualità, Storia
Genere
Favolistico
Regia
Mira Nair
Durata
100'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
India
Titolo Originale
KAMASUTRA
Distribuzione
Cecchi Gori Distribuzione
Musiche
tradizionali indiane
Montaggio
Kristina Boden

Sogg. e scenegg.: Helena Kriel, Mira Nair - Fotogr.(normale/ a colori): Declan Quinn - Mus.: tradizionali indiane - Montagg.: Kristina Boden - Dur.: 100' - Produz.: Lydia Dean Picher.

Interpreti e ruoli

Sanita Choudhury (Tara), Indira Varma (Maya), Rekha (Rasa Devi), Naveen Andrews (Raj Singh), Ramon Tikaram . (Jai)

Soggetto

Nell'India del 1500, due ragazze, Maya e Tara, crescono insieme come amiche e rivali. La prima è un'umile serva, la seconda una nobile principessa. Quando Tara sta per sposarsi con il potente re Rai Singh, Maya capisce che è venuto il momento di vendicarsi delle umiliazioni patite. La notte prima delle nozze, seduce il re ed ha un rapporto con lui. L'inganno è scoperto e Maya cacciata dalla corte. In un altro luogo del regno di Rai, Maya attira l'attenzione dello scultore di corte che decide di farne una scultura con le fattezze della Donna Loto. Rai vede la scultura, riconosce Maya, la richiama e la fa diventare la cortigiana favorita. Così Maya raggiunge con Tara quella parità che aveva sempre sognato.

Valutazione Pastorale

Un film noioso e inconcludente, dove si fa sfoggio di grande ricercatezza formale (i costumi, gli arredi, i colori, la musica) che però resta sempre vuota e fine a sé stessa. La regista vorrebbe rifarsi alle antiche leggende indiane sull'amore e la trasgressione, ma anche su questo versante l'obiettivo è mancato, perché la storia sembra più una odierna tele-novela che una ricostruzione di tradizioni o vecchi costumi. Dal punto di vista pastorale poi, le scene erotiche risultano inserite a bella posta per compiacere qualche spettatore in più, e ciò fa scadere maggiormente di tono la pellicola. Utilizzazione: Esclusa la programmazione ordinaria, il film risulta difficil-mente utilizzabile anche in contesti più ristretti, proprio per la sua superficialità e negatività. Non è insomma con film come questo che si arriva ad una migliore conoscenza dell'India e della sua millenaria cultura.

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