LA FIAMMA SUL GHIACCIO

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Disabilità, Malattia, Solidarietà-Amore, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Umberto Marino
Durata
104'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Albatross
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Stefano Chierchié

Orig.: Italia (2005) - Sogg. e scenegg.: Umberto Marino - Fotogr.(Scope/a colori): Alessio Gelsini - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Stefano Chierchié - Dur.: 104' - Produz.: Alessandro Jacchia, Maurizio Momi.

Interpreti e ruoli

Raul Bova (Fabrizio), Donatella Finocchiaro (Caterina), Paolo Calabresi (fratello di Fabrizio), Simona Nasi (assistente sociale), Max Giusti (Mario), Lucia Antonia (Alda), Francesca Vettori (Monia), Stefano Corsi (Orlando)

Soggetto

A Torino Caterina, giovane senzatetto con problemi psicologici, incontra per caso Fabrizio, afflitto da ritardo mentale e da una sindrome che gli procura incapacità di provare sentimenti. Di colpo Caterina si innamora di Fabrizio, lo segue per strada, a casa, persino in un piccolo paese della Campania dove, nella casa di famiglia, il fratello riporta Fabrizio per farlo riposare. Caterina convince Fabrizio a scappare e insieme si trovano coinvolti in un gruppo che sta compiendo un pellegrinaggio al vicino Monastero, partecipando così anche a tante altrui sofferenze. Qualche breccia sembra aprirsi nel buio della mente di Fabrizio. Ma è solo un momento e tutto torna come prima. Caterina viene investita da una macchina e muore. Fabrizio resta solo a casa. In sogno, i due si sposano e vivono felici.

Valutazione Pastorale

Il tema è difficile e importante. Si trattava di rendere in immagini ciò che è impossibile 'vedere': il mondo interiore, affettivo, sentimentale di due 'emarginati', sia pure a diverso titolo. Una storia di amore impossibile, anzi di 'amour fou', quello folle, pazzo, inarrestabile e destinato a soccombere. Per sua stessa ammissione, a Marino non interessava il risvolto sociale del disagio e dell'handicap, ma quello relativo ai percorsi dell'amore. Percorsi intricati e tortuosi, forse fatti anche di mistero e di svelamenti, come dice con voce rotta dalla commozione il personaggio interpretato da Max Giusti durante il pellegrinaggio. Il regista fa ricorso a molti inserti di 'visioni', a musiche e canzoni romantiche, ad un sottofinale onirico di intensa poesia. Il rapporto normalità/anormalità viene visualizzato e 'raccontato' nell'amarezza di una conclusione triste ma nella consapevolezza di doverne parlare a cuore aperto. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, problematico e adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da recuperare per avviare riflessioni sugli importanti argomenti trattati. Qualche attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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