Lasciami andare

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Famiglia, Morte
Genere
Drammatico
Regia
Stefano Mordini
Durata
98'
Anno di uscita
2020
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Warner Bros Iatalia
Soggetto e Sceneggiatura
Stefano Mordini, Luca Infascelli, Francesca Marciano
Produzione
Roberto Sessa

Interpreti e ruoli

Stefano Accorsi (Marco), Valeria Golino (Perla), Maya Sansa (Clara), Serena Rossi (Anita)

Soggetto

Marco e Anita scoprono di aspettare un bambino. Marco, però, ha già avuto un figlio dalla prima moglie, Clara, e lo ha perso in un incidente domestico. Improvvisamente, nella loro vita si affaccia Perla, un’imprenditrice che ha acquisto il palazzo dove vivano un tempo Marco e Clara: la donna sostiene che nella casa aleggi una presenza misteriosa che tormenta lei e suo figlio…

Valutazione Pastorale

“Lasciami andare” ha chiuso fuori concorso la 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia. Diretto da Stefano Mordini (suoi sono “Acciaio” del 2012 e il televisivo “Liberi sognatori. La scorta di Borsellino” del 2018), il film si rivela un thriller con venature soprannaturali tratto dal romanzo di Christopher Coake pubblicato in Italia da Feltrinelli con il titolo “Se tornato”. La storia: in una Venezia grigia e uggiosa durante l’acqua alta, si muovono Marco (Stefano Accorsi), ancora sofferente per la morte del suo primogenito Leo, e Anita (Serena Rossi), una solare cantante dalla quale scopre di aspettare un bambino. C’è inoltre Clara (Maya Sansa), la prima moglie di Marco, sofferente quanto e forse più dell’uomo per la perdita subita; un lutto che non sono riusciti, come coppia, ad affrontare insieme e che li ha allontanati. A riaprire la ferita appare Perla (Valeria Golino), misteriosa imprenditrice dall’oscuro passato, che ha comprato la casa nella quale la coppia ha vissuto fino alla morte di Leo. La donna racconta di sentire una presenza oscura che tormenta lei e suo figlio. Marco ha una reazione di rifiuto totale, non vuole essere risucchiato in un passato, in un dolore, che sta faticosamente cercando di superare con la sua nuova compagna; Clara, invece, si aggrappa con tutte le sue forze a questa che considera una possibilità per ritrovare, in qualche modo, il figlio perduto. In un crescendo di rivelazioni, coincidenze, eventi spiegabilissimi e altri del tutto irrazionali – colpi di scena che strattonano lo spettatore tra realtà e sogno – i protagonisti si ritrovano dinanzi a una scelta di vita: aprirsi alla speranza, alla vita che ricomincia, oppure perdersi nella dolcezza dei ricordi, abdicando però al domani. “Lasciami andare” si inserisce in un binario narrativo abitato da illustri precedenti come il noir psicologico “Vertigo. La donna che visse due volte” (1958) di Alfred Hitchcock come pure il più recente “Il sento senso” (1999), thriller dai contorni paranormali firmato da M. Night Shyamalan. Seppur diretto con controllo e mestiere, l’opera procede con affanni e incertezze, sbandando sul finale, perché non riesce a soddisfare le attese dello spettatore. La carica enigmatica della sceneggiatura si trova non poche volte a un crocevia, ma invece di puntellare il racconto in maniera verosimile si avvita su se stesso, perdendosi. A imprimere però fascino e forza narrativa al racconto sono sia l’ambientazione in una Venezia livida e fumosa, lontana dalle cartoline hollywoodiane, sia l’interpretazione di Accorsi, Sansa e Golino. Convincenti. Dal punto di vista pastorale “Lasciami andare” è da considerare come complesso e problematico.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Data la delicatezza del tema trattato, in presenza di bambini e ragazzi è bene prevedere la presenza di adulti o educatori.

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