L’ORA DI RELIGIONE (Il sorriso di mia madre)

Valutazione
Inaccettabile, fuorviante
Tematica
Educazione, Famiglia - genitori figli, Santità, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Marco Bellocchio
Durata
101'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Istituto Luce
Musiche
Riccardo Giagni
Montaggio
Francesca Calvelli

Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Marco Bellocchio - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pasquale Mari - Mus.: Riccardo Giagni - Montagg.: Francesca Calvelli - Dur.: 101' - Produz.: Sergio Pelone, Marco Bellocchio - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Sergio Castellitto (Ernesto Picciafuoco), Jacqueline Lustig (Irene), Chiara Conti (Diana Sereni), Maurizio Donadoni (card.Piomini), Toni Bertorelli (conte Bulla), Piera Degli Esposti (zia Maria), Gigio Alberti, Gianfelice Imparato, Alberto Morosini, Donato Placido.

Soggetto

Nel giardino di un appartamento un bambino gesticola stranamente su se stesso. La mamma Irene prima lo osserva preoccupata poi gli chiede cosa stia facendo. "A scuola -risponde il bambino- l'insegnante di religione ci ha detto che Dio è con noi tutto il giorno, non ci lascia mai, io cerco di mandarlo via". Intanto nel proprio studio Ernesto Picciafuoco, pittore, riceve una visita inattesa: il segretario del card.Piomini lo informa che in Vaticano è stato aperto il cammino per la causa di beatificazione della mamma. La sorpresa di Ernesto è grande. Tornato a casa, a sera il figlioletto gli chiede se eiste il paradiso ."Io non credo in Dio" é la risposta di Ernesto, il quale poi, in un'altra stanza, rivolto alla moglie Irene, aggiunge: "Abbiamo sbagliato ad iscriverlo all'ora di religione". Donna credente e devota, la mamma di Ernesto era stata uccisa da uno dei figli ma prima di morire aveva trovato la forza per perdonarlo. Costui, Ettore, appartenente ad una banda armata, si era poi convertito. Il giorno dopo Ernesto va a scuola per parlare con l'insegnante di religione. Vede Diana, una giovane di bella presenza, crede che sia lei e ne é subito affascinato: pensava di trovare qualche anziana scorbutica. Le dice che vuole rivederla. Quindi, aderendo alla richiesta, Ernesto va all'incontro con il cardinale e subito precisa che non ha fatto battezzare il figlio e che non vuole testimoniare perché non crede in Dio. Ma in seguito sia l'altro fratello Egidio sia la zia Maria lo incalzano perchè cambi idea. "Bisogna inventare la vita di una santa che non c'é" ; "Riavremo una posizione di privilegio con la beatificazione; la mamma deve stare nelle liste ufficiali dei santi". E la zia,visto che il suo matrimonio é traballante, lo incoraggia: "Goditi un po' di più la vita senza fare tanto il moralista, fatti un'amante". Ernesto rivede Diana nel suo studio, e dice che l'ama, anche se è evidente che lei non è l'insegnate di religione. Viene quindi stabilito il giorno per l'udienza privata con il Pontefice. La mattina presto il gruppo dei fratelli segue il cardinale nei corridoi vaticani con umiltà e compostezza. Ernesto non c'é. E' a scuola e osserva il figlio che entra nell'edificio. Sorride soddisfatto e si allontana.

Valutazione Pastorale

Se qualcuno pensava che il dibattito sulla presenza, sul ruolo e sull'importanza dei cattolici e della loro fede nella società italiana di oggi avesse raggiunto alcuni, almeno minimi, punti di incontro e di concordia, questo film ne rappresenta la più netta e decisa smentita. Altro che contributo alla costruzione di un vivere civile più solido, altro che sereno confronto di idee tra uomini e donne rispettosi l'uno dell'altro: il copione scritto da Marco Bellocchio va in una sola direzione, quella di informare lo spettatore che fino a oggi è stato ingannato. Intorno alle cause di beatificazione, dice il regista, esiste da sempre un giro d'affari enorme e su questo la Chiesa punta per ottenere guadagni e perpetuare il proprio potere. Questa affermazione é data come unica e assoluta. Il problema non è che il regista sia ateo o non credente e che sia libero o meno di affrontare gli argomenti che preferisce. E' il tono apodittico e antidialettico che lascia perplessi e preoccupati. Non c'é nella vicenda un contraltare, non c'é una voce alternativa: c'é solo una tesi da dimostrare, quella dell'inquinamento che la Chiesa e la religione cattolica hanno portato e continuano a portare nella vita sociale e civile italiana. Come regista e osservatore della cronaca e della storia, Bellocchio mostra di non avere fatto passi avanti da quando, nel 1964, esordì con "I pugni in tasca": la sistematica demolizione dei valori familiari e religiosi resta il suo unico, preferito bersaglio anche nel terzo millennio. Non è confortante pensare che questo sgangherato pamphlet rappresenterà il cinema italiano al festival di Cannes, prestigiosa vetrina internazionale. Nell'ottica quindi della maggiore comprensione possibile, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inaccettabile, e decisamente fuorviante perché non offre al pubblico gli elementi di equilibrio e di informazione necessari a costruirsi un giudizio proprio. UTILIZZAZIONE: l' utilizzazione é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze.

Le altre valutazioni

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