MISSISSIPPI MASALA *

Valutazione
Accettabile-riserve, realistico
Tematica
Famiglia, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Mira Nair
Durata
117'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
India
Titolo Originale
MISSISSIPPI MASALA
Distribuzione
Columbia Tri Star Films Italia
Musiche
L. Subramaniam
Montaggio
Roberto Silvi

Sogg. e scenegg.: Sooni Taraporevala - Fotogr.(panoramica/a colori): Ed Lachman - Mus.: L. Subramaniam - Montagg.: Roberto Silvi - Dur.: 117' - Produz.: Michael Nozik, Mira Nair.

Interpreti e ruoli

Denzel Washington (Demetrius), Roshan Seth (Jay), Sharnula Tagore (Kinnu), Sarita Chudury (Mina), Charles S. Dutton . Joe Seneca (Tyrone), Ranjit Chowdhry (Williben), Mohan Gokmale (Anil), Tico Wells, Yvette Mawkins, Mohan Agashe, Joseph Olita, Natalie Oliver.

Soggetto

Nel 1972 il temuto generale Idi Amin, dittatore dell'Uganda, ordina l'immediata espulsione di tutti gli asiatici dall'Uganda, e la confisca dei loro beni. Perciò l'indiano Jay, con la moglie Kinnu e la figlioletta Mina, deve partire precipitosamente da Kampala con gli altri indiani, abbandonando il benessere e quel paese, che per lui rappresentano il paradiso perduto. Ora, nel 1990, Jay vive negli Stati Uniti, nel Mississippi, con moglie e figlia, e, come molte altre famiglie di origine indiana, anche la sua lavora in un motel. Mentre Jay non si è rassegnato all'abbandono dell'Uganda, e perciò continua a scrivere regolarmente pratiche, indirizzate al nuovo governo di quel paese, per riottenere nazionalità e proprietà. La moglie Jinny si è adattata invece, unendosi alla numerosa comunità indiana locale. Intanto Mina è diventata una bella ragazza, che ha vissuto qualche tempo in Inghilterra, e ora si trova bene in America, considerandosi un Masala, cioè un miscuglio di spezie varie. Mina fa umili lavori in un motel, quando conosce Demetrius, un bel giovane di razza nera, serio e laborioso, il quale, con sacrifici, ha impiantato un'impresa di pulizia di moquette. La famiglia del giovanotto, composta da due fratelli, dall'anziano padre vedovo e dalla zia Rose, è di origini più modeste di quelle della ragazza, ma, nonostante questo e la diversa sfumatura del colore della pelle, i due giovani si innamorano e finiscono con l'avere un rapporto in un motel, dove vengono per caso scoperti da alcuni parenti ed amici, causando uno scandalo, e lo scoppio di vecchie tensioni e rancori fra indiani e neri. Lei è disonorata e lui perde clienti e crediti bancari. Le due famiglie sono contrarie all'unione, ma gli innamorati non cedono. Proprio in quei giorni Jay deve recarsi in Uganda, chiamato per un processo che potrebbe reintegrarlo nei suoi diritti, e vorrebbe partire subito con la famiglia. Ma Mina, che crede fermamente nell'amore suo e di Demetrius, parte invece col giovane, verso un avvenire difficile. Jay, giunto a Kampala, trovando il suo "paradiso" in condizioni desolanti, rinuncia alla causa, e torna in America, perché ha capito che la patria di un uomo è dov'è il suo cuore, e quello di Jay è sempre stato con sua moglie, che lo aspetta.

Valutazione Pastorale

Il film della regista Mira Nair inizia bene, ma presto scade, perdendosi troppo nelle peripezie amorose di Mina e Demetrius, mentre il centro della vicenda dovrebbe essere il passato, col suo drammatico contrasto fra le differenti etnie di africani e indiani in Africa Orientale. L'episodio è poco noto, perciò poteva essere molto interessante approfondire il tema. La figura centrale dovrebbe quindi essere di Jay, pateticamente attaccato al passato e al ricordo della felicità perduta, profondamente indiano e profondamente africano, ma incapace di superare barriere di classe e di razza. Però la regista è rimasta piuttosto in superficie, né ha saputo dare alla storia il pathos necessario per far presa sul pubblico. Il film è pieno di buoni sentimenti, fa un appello alla tolleranza fra popoli diversi (tema che la regista suggerisce in modo ingenuo e banale nel finale, quando Jay abbraccia il bambino nero), ma non dà emozioni perché è lento, lungo e monotono. Le riserve sono dovute ad alcune situazioni e a qualche frase del dialogo.

Le altre valutazioni

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