NON ESSERE CATTIVO

Valutazione
Complesso, problematicodibattiti
Tematica
Amicizia, Famiglia, Lavoro, Solidarietà-Amore
Genere
Drammatico
Regia
Claudio Caligari
Durata
100'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Good Films
Musiche
Paolo Vivaldi, Alessandro Sartini
Montaggio
Mauro Bonanni

Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Claudio Caligari, Giordano Meacci, Francesca Serafini - Fotogr.(Scope/a colori): Maurizio Calvesi - Mus.: Paolo Vivaldi, Alessandro Sartini - Montagg.: Mauro Bonanni - Dur.: 100' - Produz.: Paolo Bogna, Simone Isola, Valerio Mastandrea per Kimera Film con RAI Cinema e TAODUE Film, in collaborazione con Leone Films Group.

Interpreti e ruoli

Luca Marinelli (Cesare), Alessandro Borghi (Vittorio), Silvia D'Amico (Viviana), Roberta Mattei (Linda), Alessandro Bernardini (Brutto), Valentino Campitelli (Grasso), Danilo Cappanelli (Lungo), Manuel Rulli (Corto), Emanuela Fanelli (Smandrappata 1), Giulia Greco (Smandrappata 2), Claudia Ianniello (Smandrappata 3), Elisabetta De Vito (madre di Cesare), Alice Clementi (Debora), Luciano Miele (Mario), Stefano Focone . (Samanta)

Soggetto

Ostia, periferia di Roma, 1995. Locali notturni, droghe sintetiche e cocaina sembrano traguardi facili da raggiungere. Nel giro si lasciano prendere, tra i tanti, Vittorio e Cesare, due ventenni molto amici e in cerca di una affermazione. Per un po' i due seguono lo stesso percorso, poi qualcosa li fa dividere. Vittorio prende le distanze da Cesare, il quale invece resta irretito nel consumo di droga. Braccato dalla polizia, Cesare fa una morte violenta. Lascia un figlio appena nato, che Vittorio riesce a conoscere e sarà forse il motivo per farli restare uniti e desiderare un futuro migliore.

Valutazione Pastorale

Nato ad Arona nel 1948, Claudio Caligari ha diretto il primo film, "Amore tossico", nel 1983. Il secondo è arrivato quindici anni dopo con "L'odore della notte", 1998. Aveva appena finito di girare e montare il terzo, "Non essere cattivo", quando si è arreso ad un male che si trascinava da tempo. Una figura anomala che aveva fatto della marginalità e dell'isolamento un punto di forza e di denuncia. Sui temi prediletti delle fasce giovanili, in bilico tra difficoltà esistenziali e incapacità di dialogo, si muove anche questa ultima prova. Nella quale Caligari compone un ulteriore affresco delle giornate alla deriva di un gruppo di giovani vaganti sul litorale romano tra rifiuto del lavoro, cedimento alle facili lusinghe della droga, spiragli aperti verso un cambiamento che si rivela vacuo e illusorio. Dentro un procedere del racconto affidato ad uno sguardo aspro, duro e non riconciliato, il regista si lascia andare ad un finale che quasi sembra aprirsi su un nuovo orizzonte. Una apertura verso la vita, che osta contro l'essere prossimo alla morte del suo autore. Un segnale tuttavia che non può essere trascurato e getta una luce nuova sul rimpianto per la prematura perdita del regista. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, meglio, in occasioni mirate, per avviare una riflessione sulle tematiche dell'emarginazione giovanile attraverso gli ultimi tre decenni. E, più in generale, sul cinema 'ribelle' di Claudio Caligari.

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