Sogg.: Manoel De Oliveira -Scenegg.: Manoel De Oliveira, Agustina Bessa Luis - Fotogr.: (normale/ a colori) Renato Berta - Mus.: Autori vari - Montagg.: Valerie Loiseleux -Dur.: 90' - Produz.: Paulo Branco
Interpreti e ruoli
Michel Piccoli (Michel), Irene Papas (Irene), Leonor Silveira (Leonor), Rogerio Samora (Rogerio), Sofia Alves
Soggetto
A Ponta Delgada, nelle isole Azzorre, Leonor e Rogerio festeggia-no l'anniversario del loro matrimonio con un garden-party al quale parteci-pano Irene e Michel. Irene, un'attrice greca dal passato famoso, ormai inaci-dita dagli anni e da una particolare filosofia della vita, convive con Michel che, ormai avanti negli anni anche lui, si sforza di recitare senza troppa con-vinzione il ruolo di grande seduttore. Quando il banale e noioso dialogo degli ospiti ha esaurito tutto il repertorio (le donne, gli uomini, la fedeltà, l'amore, il matrimonio, la moda) le attenzioni di Michel si concentrano su Leonor. Abbandonata la terrazza e gli invitati, i due raggiungono in automobile un angolo pittoresco dell'isola e proseguono a piedi filosofeggiando sull'amore. Dal canto loro Irene e Rogerio, per nulla infastiditi, anzi a tratti divertiti della fuga dei rispettivi partner, colgono l'occasione per sfogare ciascuno tutto il risentimento ed il distacco che, fatte salve le apparenze, li separano da Michel e da Leonor. Irene, che detesta ma non vuole abbandonare Michel, ormai non ha alternative; Rogerio, che non ama sua moglie, ha trovato nel denaro il contrappunto consolatorio alle infedeltà della sua donna. Quando Michel e Leonor rientrano nel gruppo, una furiosa tempesta di vento mette in fuga tutti i convitati. Dopo cinque anni Irene e Michel, di ritorno sull'isola, sono invitati a cena. Fuori piove e nella sala è gelido l'imbarazzato dialogo dei commensali, alternato da lunghi silenzi e sguardi che indagano, che inter-rogano. Il filosofeggiare sarcastico quanto saccente e decadente di Michel fa presa sulla fragile e inquieta Leonor, amareggiata e delusa dal gelido consor-te. Quando, rotto ogni indugio, la giovane donna chiede a Michel di portarla via con se, la reazione di Irene e di Rogerio esplode, aspra e spietata. Ma quando Rogerio ed Irene si apprestano a prendere atto dell'irreparabile, nel-l'automobile di Michel non sale Leonor ma Irene, cinica e altera, mentre Rogerio, con movenze da balletto clownesco, si affanna a raccogliere, sotto il diluvio, valigia e abiti della rassegnata Leonor.
Valutazione Pastorale
De Oliveira ha fatto da sempre una sua personale scelta: portare nel cinema i ritmi, i lunghi dialoghi, i drammi raccontati dal teatro intellettuale. Il suo cinema non ha bisogno di ricche scenografie e di sofisticati mezzi tecnici: pochi ambienti, camera fissa e tanti, tanti dialoghi, per esprimere tutta la sua filosofia sulla vita: amore, odio, tradimenti, sesso, incomunicabilità. In questa opera i temi ricorrenti sono oggetto di un dialogo nel quale i "personaggi" o meglio le "voci" dicono tutto e il contrario di tut-to, in un virtuosismo dialettico vuoto, dal quale traspare l'autore: uomo sen-za speranza, deluso, arido, disperato, pagano, falso anche nelle emozioni che tenta di esprimere. Irene totalmente carente nella vita di quella "pietas" greca tanto evocata sui palcoscenici, è una perversa cariatide. Leonor, fatua, inquieta, insoddisfatta, perennemente in cerca di avventure, è il desolante affresco di una donna priva di vera femminilità. Michael, portavoce dei "messaggi" del regista e della sua filosofia della vita, offre, in quest'opera eticamente inaccettabile e negativa, uno sgradevole campionario di "esterna-zioni pseudo-culturali" che rasentano la bestemmia.