Sogg. e Scenegg.: Percy Adlon, Eleonore Adlon - Fotogr.: (normale/a colori) Bernd Heinl - Mus.: Bob Telson - Montagg.: Jean-Claude Piroue - Dur.: 94' - Prod. Pelemele Film, Munchen
Interpreti e ruoli
Marianne Sägebrecht (Rosalie Greenspace), Brad Davis (Ray Greenspace), Judge Reinhold, Erika Blumberger, Willy Harlander, John Hawkes, Patricia Zehentmayr, Courtney Kraus, David Denney, Dina Chandel, Alex Winter
Soggetto
sposatasi con un pilota militare americano, Rosalie una robusta donna bavarese vive in Arkansas con lui e sette simpatici figli. In famiglia tutti si adorano: Ray lavora irrorando fertilizzanti sui campi altrui con un fatiscente velivolo, lei compie modeste truffe con trentasette carte di credito, rifornisce casa di ogni bene, colma la prole di regali, falsifica firme e assegni bancari, preleva e versa in numerosi conti correnti per lucrare interessi. Facendosi rimborsare i biglietti per l'aereo di ritorno dei genitori arrivati in visita dall'Europa, un giorno compra un personal computer ad una delle ragazze. Con l'entusiasmo e la fortuna dei neofiti, scopre il codice d'accesso ad una banca, poi ne contatta con modi persuasivi il presidente, spacciandosi per capo di una impresa (piccola, ma fornitrice del Pentagono). Rosalie confessa spessissimo il suo peccato al rettore della Chiesa cattolica cittadina, che si dispera nell'inutile tentativo di far ravvedere la donna. Costei, che intanto ha comprato un velivolo nuovo all'amatissimo marito, si trasforma in una abile donna d'affari, senza perdere mai né allegria, né astuzia, né grinta imprenditoriale, immettendosi così nel giro ristretto delle multinazionali. Per porsi in pace l'animo (per qualche eventuale, minuscolo rimorso) Rosalie dona al desolato confessore una nuova campana a suoneria elettronica.
Valutazione Pastorale
Percy Adlon appartiene alla schiera di quei soggettisti e registi che amano staffilare il capitalismo, nonché i fatti e misfatti della società dei consumi. Il film, che si atteggia in partenza a commedia brillante quanto a stile, in realtà è una satira piuttosto perfida, tutta puntata com'è sugli espedienti truffaldini, le millanterie e gli escamotages di piccolo calibro sillabata a fior di labbra e con maniere persuasive. La crisi del sistema e la sua denuncia sono chiaramente intuibili, ma i toni volutamente mantenuti sui registri del paradosso e dell'allegoria. Trionfo del consumismo smaccato, del denaro che circola, produce, spinge a investimenti vari, riciclato o meno che sia, aiutato da carte di credito, stimolato dagli spot televisivi. La Rosalie che fa la spesa è affidata all'impareggiabile e gradevole faccione di Marianne Sägebrecht: taccheggiatrice, truffatrice, fertile nell'inventiva e nell'intrallazzo, sempre allegra, e dispiega qui le sue astuzie sottili, che la vedono ascendere dal furtarello nei supermercati alle larghissime possibilità offerte dalla finanza ad alto livello. Da candida come sembra, diventa grintosa e ricattatrice nella sua arrampicata mirabolante. Non tutto ciò che il film sembrava promettere sul piano del paradosso e del divertimento, viene però mantenuto. Momenti festosi confluiscono con altri un po' fastidiosi, anche a non voler caricare di significati eccessivi la faccenda delle periodiche visite al confessionale della Bavarese devota. Il ruolo del prete viene ad arte disegnato come una figuretta piatta e impotente, i suoi richiami all'onestà risultano inutili. Si ha l'impressione che, per formulare una critica cinica, più acida che velenosa, Adlon inclini ad un clima di assoluzione generale profittandone all'occorrenza anche la Chiesa (quella cattolica è scontato), tacitata con una sonora campana-regalo.