SanPa. Luci e tenebre di San Patrignano

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Aids, Alcolismo, Cronaca, Droga, Famiglia, Malattia, Politica-Società, Solidarietà, Storia
Genere
Biografico, Docu-fiction, Documentario
Regia
Cosima Spender
Durata
5 puntate da 60'
Anno di uscita
2020
Nazionalità
Italia, Usa
Titolo Originale
SanPa. Luci e tenebre di San Patrignano
Distribuzione
Netflix
Soggetto e Sceneggiatura
Ideata da Gianluca Neri, la docuserie è scritta da Carlo Gabardini, Gianluca Neri e Paolo Bernardelli
Fotografia
Diego Romero
Musiche
Eduardo Aram
Montaggio
Valerio Bonelli
Produzione
Prodotta da Gianluca Neri, Nicola Allieta, Christine Reinhold, Andrea Romeo. Casa di produzione 42

La docuserie in cinque puntate è disponibile dal 30 dicembre 2020 sulla piattaforma Netflix

Interpreti e ruoli

Andrea Muccioli (Se stesso), Pier Andrea Muccioli (Se stesso), Red Ronnie (Se stesso), Walter Delogu (Se stesso), Andrea Delogu (Se stessa), Fabio Cantelli (Se stesso), Antonio Boschini (Se stesso), Antonella De Stefani (Se stessa), Fabio Mini (Se stesso), Luciano Nigro (Se stesso)

Soggetto

La docuserie ripercorre e approfondisce la nascita della comunità di recupero per tossicodipendenti San Patrignano, fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978 a Coriano, in provincia di Rimini. Il racconto-inchiesta arriva fino al 1995, anno della morte di Muccioli....

Valutazione Pastorale

La docuserie “SanPa. Luci e tenebre di San Patrignano” è il biglietto da visita con cui Netflix si presenta all’appuntamento dell’anno nuovo, del 2021, aprendo un inedito tracciato di documentari-inchieste di matrice italiana destinati al mercato globale. Prodotta e scritta da Gianluca Neri insieme con Carlo Gabardini e Paolo Bernardelli, con alla regia Cosima Spender, “SanPa” è una docuserie in cinque puntate che vuole ricostruire la genesi e lo sviluppo di San Patrignano, comunità di recupero per tossicodipendenti fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978 a Coriano, in provincia di Rimini. Un racconto serrato, tra luci e ombre, teso a scandagliare le fondamenta e il metodo della comunità rehab e nel contempo a fotografare il deflagrare del problema droga nel Belpaese nel decennio ’80, con uno Stato impreparato alla scottante gravità della situazione. Muccioli forgia San Patrignano dando pronta risposta a tutte quelle famiglie incapaci di gestire un giovane, un familiare, con problemi di dipendenze; la struttura di recupero diventa rapidamente un avamposto di speranza per i dispersi nelle droghe. Nella crescita vorticosa del centro di recupero, che passa da centinaia a migliaia di ospiti, la figura di Muccioli da un lato viene mitizzata come grande salvatore e dall’altro attaccata duramente (è coinvolto anche in una serie di procedimenti giudiziari) per i metodi poco ortodossi, per non dire brutali, con cui governava il piccolo “Stato nello Stato”. La docuserie “SanPa” mette a tema soprattutto lui, Muccioli, tessendo le sue qualità imprenditoriali, filantropiche e comunicative e nel contempo decostruendone il monumento, demitizzandone la figura, allargando il campo a scomode verità. “SanPa” vuole mettere a nudo il fondatore della comunità, nel bene e nel male. Oltre a disporre in fila fatti dell’epoca con una dovizia di materiali audiovisivi soprattutto Rai, la docuserie punta molto su interviste inedite, accostando familiari, amici e collaboratori di Muccioli (in primis il figlio Andrea e il conduttore Red Ronnie) a ex figure chiave della comunità (l’autista Walter Delogu e il responsabile della comunicazione Fabio Cantelli). È innegabile che il racconto funzioni e abbia una grande presa sullo spettatore, per il modo in cui è impostato e sviluppato, con una narrazione incalzante e serrata. Le cinque puntate della docuserie scorrono con grande fluidità e intensità, anche se in alcuni passaggi sembra dilungarsi un po’. “SanPa” fa centro comunque per stile narrativo ed efficacia del montaggio, come pure per la cura nella ricostruzione storica; a ben vedere, però, forse l’intenzione iniziale di mantenersi in equilibrio in una narrazione tra luce e ombre – come del resto dichiara lo stesso titolo – sembra sbandare un po’ a favore del “dark side” che narrativamente può risultare più “seducente”. La polarizzazione appare così a tratti un po’ sbilanciata. Nell’insieme comunque la docuserie “SanPa” è interessante e di certo adatta per dibattiti; dal punto di vista pastorale è complessa e problematica.

Utilizzazione

La docuserie è consigliata a un pubblico adulto per i temi e le immagini in campo. La visione da parte di adolescenti va accompagnata da un genitore o un educatore per favorire una maggiore comprensione dei fatti e degli avvenimenti storici.

Le altre valutazioni

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