THE BOXER

Valutazione
Accettabile-riserve, Problematico, dibattiti
Tematica
Conflitti etnici, Famiglia, Libertà, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Jim Sheridan
Durata
114'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Irlanda
Titolo Originale
THE BOXER
Distribuzione
U.I.P.
Soggetto e Sceneggiatura
Jim Sheridan
Musiche
Gavin Friday, Maurice Seezer
Montaggio
Gerry Hambling

Sogg.: Jim Sheridan - Sce-negg.: Jim Sheridan, Terry George - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Chris Menges - Mus.: Gavin Friday, Maurice Seezer - Montagg.: Gerry Hambling - Dur.: 114' - Produz.: Jim Sheridan, Arthur Lappin

Interpreti e ruoli

Daniel DayLewis (Danny Flynn), Emily Watson (Maggie), Brian Cox (Joe Hamill), Ken Stott (Ike Weir), Gerard Mc Sorley (Harry), Eleanor Methven (Patsy), Ciaran Fitzgerald (Liam), Kenneth Cranham (Matt Maguire), Damien Danny, Martin Lynch, Paul Vesley.

Soggetto

A Belfast Danny fa il pugile ma è anche membro dell'IRA. Incarce-rato, esce dopo quattordici anni e torna nel proprio quartiere della Belfast cat-tolica. Qui, in un locale, si festeggiano le nozze tra una ragazza e un prigionie-ro nordirlandese. Al ricevimento è presente il leader indipendentista moderato Joe, con la figlia Maggie, a sua volta sposata con un prigioniero e madre del piccolo Liam. Poco dopo arriva anche Harry, leader invece dell'ala estremista dell'IRA. Intanto Danny incontra un uomo ubriaco e disorientato, e a stento riesce a riconoscere in lui Ike, l'allenatore che lo aveva seguito nella carriera pugilistica. Ike riesce a dirgli di aver dovuto chiudere la palestra in cui sei anni prima si allenavano perché era diventato impossibile far convivere atleti prote-stanti e cattolici. Ma ora Danny è deciso a riaprire quella palestra e vuole Ike accanto a se. Viene dichiarata la fine delle ostilità, ma il governo di Londra non vuole procedere ad un immediato rilascio dei prigionieri e questo mette in forte contrasto Joe e Harry. Danny incontra Maggie: i due capiscono di essere ancora innamorati, come ai tempi dell'adolescenza e riprendono a frequentarsi di nascosto. Ma gli uomini di Harry spiano con attenzione. Accusano Danny di insidiare la moglie di un prigioniero e di ospitare nemici protestanti nella pale-stra riattivata, che una sera va a fuoco per l'intervento casuale del piccolo Liam, incitato all'odio verso Danny. Per interrompere questa situazione, Danny decide di andare a Londra. Ma qui, al primo combattimento, capisce di non potere reggere il cinismo dell'ambiente e torna a Belfast. Qui Ike , dopo uno scontro con Harry, viene ucciso. Al funerale Danny è più che mai deciso a vivere con Maggie, avendo ora anche il consenso di Joe. Harry tende un agguato a Danny con l'intento di ucciderlo. Ma è lui invece la vittima dell'ese-cuzione. Maggie e Danny si riuniscono, e il piccolo Liam è con loro.

Valutazione Pastorale

Alla base del testo di “The boxer” c’è un soggetto inedito dello stesso Jim Sheridan sulla vita vera del campione irlandese dei pesi piuma Barry Mc Guigan, che è diventato anche l’allenatoreconsulente dell’attore protagonista per aiutarlo nelle sequenze degli incontri sul ring. Uno spunto autentico per una storia che poi si allarga, fino a diventare la rappresentazione di fatti drammatici, che si ritrovano purtroppo sulle pagine quotidiane di giornali e televisioni. In Irlanda si combatte ormai da decenni tra cattolici e protestanti una guerriglia fratricida fatta di agguati urbani che sfociano in rapidi episodi violenti (soprattutto attentati dinamitardi), mentre tra i due si muove in modo non sempre chiaro il governo di Londra. Tra finzione e verità, il film si muove animato dall’intenzione di denunciare un clima di violenza, di intolleranza, di soprusi non più tollerabile. Si sente che il regista, irlandese di nascita, è molto coinvolto nei fatti, soprattutto nel dilemma se sia lecito in certi casi usare la violenza per fermare altra violenza. Nel tentativo poi di allargare la prospettiva ad una visione più ampia, il film dà spazio a sentimenti fondamentali dell’uomo, quali l’amore, la fedeltà, la dignità, tutti messi a dura prova quando prevalgono l’odio e il cieco furore. Film quindi in più momenti duro e aspro, ma sempre ben motivato. Con l’avvertenza di qualche riserva, è da valutare, dal punto di vista pastorale, positivamente per il suo tono problematico e i molti spunti che offre per un dibattito. Utilizzazione: la confezione è senza dubbio di notevole valore (regia, interpreti, ambientazione) e il film può essere utilizzato anche in programmazione ordinaria, con evidente attenzione per i minori. Da consigliare poi in altre occasioni, per introdurre riflessioni sulla guerra d’Irlanda e, più in generale, sui conflitti interni e locali che ancora segnano la vita dell’Europa cosiddetta “unita” alle soglie del Terzo Millennio.

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