THE CLAN

Valutazione
Inconsistente, grossolanità
Tematica
Cinema nel cinema, Musica
Genere
Commedia
Regia
Christian De Sica
Durata
95'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
01 Distribution
Musiche
Guido e Maurizio De Angelis
Montaggio
Raimondo Crociani

Orig.: Italia (2005) - Sogg. e scenegg.: Christian De Sica, Fausto Brizzi, Marco Martani - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gianlorenzo Battaglia - Mus.: Guido e Maurizio De Angelis - Montagg.: Raimondo Crociani - Dur.: 95' - Produz.: Guido e Maurizio De Angelis per Dap Italy.

Interpreti e ruoli

Christian De Sica (Franco), Paolo Conticini (Dino), Sebastien Torkia (Sammy), Andrea Osvart (Patricia), Linda Battista (Helen Carter), Max Tortora (Otello/Bob/Pedro), Anna Longhi (zia di Franco), Nadia Rinaldi, David Traylor.

Soggetto

Franco e Dino, meccanici di Roma, partono per Las Vegas con le loro Harley Davidson nella speranza di vincere il premio di 500mila$ in palio al raduno delle moto. Sul posto fanno amicizia con un altro italiano, Samuele, e con la sua ragazza americana, Patricia. Alla vigilia del raduno vengono derubati di tutto e così si ritrovano nel bar di Samuele ad affogare i rimpianti nell'alcool e a condividere la comune passione per la musica e il ballo. Infiammati dall'idea di arrivare sui grandi palscoscenici, fanno un provino, vengono scritturati e in breve diventano Frank, Dean e Sammy, sulla scia dello storico Clan formato da Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis jr. negli anni '60. Esibitisi nel mitico Caesar's Palace, riscuotono un clamoroso successo e diventano ricchi. A quel punto però Franco si risveglia nel bar di Samuele, accorgendosi che era stato tutto un sogno. Deluso, va alla slot machine e vince il jackpot. Con quei soldi Samuele sposa Patricvia, mentre Franco e Dino aprono un'officina. Lo stesso mestiere di prima, ma invece che a Roma sono a Las Vegas.

Valutazione Pastorale

Alla simpatia e alla spigliatezza delle parti musical-danzanti si contrappone il copione (ossia il pretesto narrativo) che risulta invece fin troppo modesto e sciatto. De Sica, giustamente motivato a dare spazio al proprio estro da showman (figura che in Italia non ha alcuna tradizione), sembra non curarsi più di tanto del resto, e così la vicenda dialogata è affidata ai più vieti luoghi comuni della commedia all'italiana di stampo romanesco: battute, espressioni, gestualità, personaggi (la zia Anna Longhi, il proprietario Max Tortora...) provengono dal repertorio dell'Alberto Sordi deteriore, sia quando stava a Roma sia quando sognava l'America o vi andava. Un prodotto estremamente modesto che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inconsistente, punteggiato inoltre da alcune grossolanità. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, tenendo conto dei limiti evidenti sopra segnalati.

Le altre valutazioni

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