THE VILLAGE

Valutazione
Accettabile, complesso
Tematica
Metafore del nostro tempo, Politica-Società, Psicologia
Genere
Metafora
Regia
M.Night Shyamalan
Durata
107'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The Village
Distribuzione
Buena Vista International Italia
Musiche
James Newton Howard
Montaggio
Christopher Tellefsen

Orig.: Stati Uniti (2004) - Sogg. e scenegg.: M. Night Shyamalan - Fotogr.(Normale/a colori): Roger Deakins - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: Christopher Tellefsen - Dur.: 107' - Produz.: M. Night Shyamalan, Scott Rudin, Sam Mercer.

Interpreti e ruoli

Joaquin Phoenix (Lucius Hunt), Bryce Dallas Howard (Ivy Walker), William Hurt (Edward Walker), Sigourney Weaver (Alice Hunt), Adrien Brody (Noah Percy), Brendan Gleason (August Nicholson), Michael Pitt (Finton Coin), Cherry Jones (sig.ra Clack), Jayne Atkinson (Tabitha Walker), Judy Greer . (Kitty Walker)

Soggetto

Una comunità americana di stampo ottocentesco vive in un villaggio rurale, rendendosi autosufficiente. Tutti sono convinti che i boschi che delimitano il territorio sono popolati di mostri dai quali bisogna stare lontani. Nessuno si zzarda ad uscire, fino a quando la giovane Ivy, cieca e figlia di Edward, uno dei saggi-anziani, non accetta di sposare Lucius. Quando quest'ultimo accusa forti malori e ha bisogno di medicine, Ivy viene autorizzata ad attraversare il bosco per andare a comprare il necessario. Dopo un percorso irto di difficoltà, Ivy esce: è sulla strada, alcuni poliziotti controllano. Siamo nell'America di oggi.

Valutazione Pastorale

A Shyamalan piace spiazzare lo spettatore con improvvisi risvolti narrativi. Così era ne "Il sesto senso", e così é anche in questo sua ultima avventura che si potrebbe definire 'paranormale'. Calati per quattro/quinti del racconto in antiche atmosfere agresti (tra lume di candela e vestiti d'epoca), all'improvviso atterriamo nell'America delle strade lunghe e dei poliziotti rangers. Dunque quella comunità non era di 'ieri' ma vive nell'oggi, rifiutandolo e chiudendosi come se non esistesse. Salvo quando si ha bisogno di qualcosa di importante. Che cosa rappresentano quella comunità, quel bosco, quei mostri che non si vedono? Una fuga dalla realtà, la paura del nemico ignoto, la voglia di non compromettersi? E quella ragazza non-vedente che invece viene mandata a sfidare i mostri? Forse la cecità che vede con la forza dell'anima e dell'amore? Estremamente suggestivo, l'impianto generale della storia é tuttavia difficile da interpretare, é visionario ma con sconnessioni e vuoti di tempi narrattivi. Palese sembra l'invito a non chiuderci in noi stessi, a non creare barriere inutili. Temi interessanti che, dal punto di vista pastorale, inducono a valutare il film come accettabile e nell'insieme complesso. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come stimolante metafora della nostra attualità.

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