UN’ARIDA STAGIONE BIANCA

Valutazione
Accettabile-riserve, Crudezze
Tematica
Razzismo
Genere
Drammatico
Regia
Euzhan Palcy
Durata
110'
Anno di uscita
1989
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
A DRY WHITE SEASON
Distribuzione
Medusa Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Colin Welland, Euzhan Palcy tratto dal romanzo di André Brink
Musiche
Dave Grusin
Montaggio
Sam O'Steen, Glenn Cunningham

Sogg.: tratto dal romanzo di André Brink - Scenegg.: Colin Welland, Euzhan Palcy - Fotogr.: (normale/a colori) Kelvin Pike, Pierre Wiliam Glenn - Mus.: Dave Grusin - Montagg.: Sam O'Steen, Glenn Cunningham - Dur.: 110' - Produz.: Paula Weinstein

Interpreti e ruoli

Donald Sutherland (Ben Du-Toit), Janet Suzman (Susan), Zakes Mokae (Stanley), Jurgen Prochnow (Capitano Stolz), Susana Sarandon (Melanie), Marlon Brando (Avv. Mc Kenzie), Winston Ntshona (Gorcon), Thoko Ntshinga

Soggetto

il professore Benjamin Du Toit un afrikaner vive con i suoi cari in Sud Africa. Durante una pacifica dimostrazione giovanile, la polizia di Botha spara brutalmente sulla folla e tra molti altri uccide Jonathan, un ragazzo figlio di Gordon suo giardiniere di colore. Questi cerca invano le spoglie del bambino, seppellito in fretta non si sa dove, ma le sue disperate indagini ne decretano le torture e la morte. Il tranquillo Du Toit comincia a rendersi conto dei metodi e delle crudeltà dei propri compatrioti, sempre ossessionati dalla paura dell'eversione e delle ansie di libertà dei nativi, tacciati in linea di principio quali comunisti, mentre la polizia di Stato è sempre pronta a scatenarsi contro la gente che affolla il ghetto nero di Soweto. Contattato il celebre avvocato Mc Kenzie, questi accetta alla fine il mandato a lui conferito da Emily, la vedova di Gordon, pur dando scontato in partenza l'esito negativo della denuncia fatta dalla donna contro il perfido e spietato capitano di polizia Stolz. E infatti la causa è perduta, La stessa Emily verrà espulsa dalla casetta di Soweto e poi uccisa, così come espulsa dal Sud Africa e rispedita a Londra è Melanie, una giornalista che si era ripromessa di suscitare uno scandalo internazionale sulle orribili crudeltà poliziesche. Du Toit perde inoltre la stima dei bianchi; si trova isolato nell'ambiente di lavoro (il College ne rifiuta la collaborazione); la moglie e la figlia sposata lo lasciano indignate, restandogli solo l'affetto e l'ammirazione del piccolo Johan, che era amico fraterno del figlio di Gordon e al quale tocca ora di scontare a scuola la ostilità anche manesca dei compagni. Sarà però proprio Johan, cui il professore ha affidato le varie dichiarazioni giurate acquisite con mille rischi sulla verità dei fatti concernenti Gordon e l'operato di Stolz e dei suoi aguzzini, a far pervenire al giornale di Melanie la documentazione in parola. Questo perchè suo padre Ben morirà una sera investito dall'auto di Stolz accecato dall'odio, destinato tuttavia a sua volta ad essere ucciso dal nero Stanley che, considerato come uno dei più coraggiosi esponenti della gente di Soweto, ha sempre trovato in Du Toit un amico e un dichiarato difensore.

Valutazione Pastorale

questo film della regista domenicana Euzhan Paley è un collage di fatti e di personaggi più o meno veri, senz'altro verosimili, ma assemblati con una certa declamazione. Una realtà oggettivamente dura e inoppugnabile, molte buone intenzioni, un più che rispettabile impegno civile, ma anche una certa piattezza sotto il profilo cinematografico, anche se si punta molto su eventi ed episodi di orribile ottusità e ferocia. Piuttosto insolite, se mai sul piano psicologico e affettivo, le reazioni che la presa di coscienza dell'onesto e generoso Du Toit determinano nell'ambito famigliare. Fra gli interpreti, Donald Sutherland tenta di rendere credibile e strenua la coerenza nell'azione ai principi e valori di cui ha preso ad un tratto coscienza. Alcune situazioni richiedono delle riserve.

Le altre valutazioni

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