Su Apple TV+ la serie “Little Voice” prodotta da J.J. Abrams. La corsa al successo lungo le strade di New York

martedì 28 Luglio 2020
Un articolo di: Sergio Perugini

“A Star is Born”. Il film con Bradley Cooper e Lady Gaga del 2018 è solo uno degli ultimi tasselli del racconto hollywoodiano sulla parabola del “self-made man” lungo il viale del successo: il desiderio di calcare le scene, di imporsi nel panorama musicale o artistico, attivando quell’ascensore sociale che permette il riscatto da umili origini e di dare senso ai tanti sacrifici compiuti. Un tracciato narrativo replicato più volte tra cinema e serie Tv. E lungo questo binario si inserisce ora la nuova serie di Apple TV+ “Little Voice”, 9 episodi da 30 minuti, rilasciata sulla piattaforma dal 10 luglio. Tra i produttori, oltre Sara Bareilles e Jessie Nelson, figura J.J. Abrams, autore dell’ultima trilogia di “Star Wars” (Episodi VII-IX) come pure di “Lost” e “Felicity”. Grande protagonista nel racconto è la città di New York, tra edifici, ponti, parchi, musical di Broadway e quel microcosmo di locali dove ogni sera si esibiscono giovani di ogni provenienza.

Bess nel cuore di NY. Bess King (Brittany O’Grady) è una ventenne newyorkese che cerca di sfondare come cantautrice, sbarcando in realtà a fatica il lunario con i lavori più disparati, dalla cameriera alla dog-sitter. La giovane è figlia d’arte, il padre (Chuck Cooper) è un noto ex cantante afroamericano Soul-Jazz che ormai si esibisce solo nei vicoli della città; Bess ha anche un fratello, Louie (Kevin Valdez), con disturbo dello spettro autistico, grande conoscitore dei musical in cartellone a Broadway. A mettere ancora più sotto pressione l’esistenza della ragazza arriva poi l’amore, come sempre all’improvviso…

Pros&Cons. A ben vedere c’è molto di Felicity nel personaggio di Bess. “Felicity” (4 stagioni tra il 1998 e il 2002) è la serie che ha rivelato il talento creativo di J.J. Abrams, racconto di giovani universitari in cerca di realizzazione nella Grande Mela. Soprattutto la protagonista, Felicity Porter (interpretata da Keri Russell) assomiglia molto alla Bess di “Little Voice”, a cominciare dal candore e dalla pioggia di ricci castani. Vent’anni dopo, dunque, “Little Voice” ci riporta sul sentiero di giovani dal cuore gonfio di speranze, ma dalla esistenze non poco disastrate. Della nuova serie di Apple Tv+ sono da sottolineare soprattutto la confezione formale, i brani musicali e gli scorci sulla città di New York, da cartolina e non, compreso l’omaggio – attraverso la figura del fratello di Bess – alla grande tradizione del musical di Broadway. “Little Voice” è pensato come un prodotto fresco e accattivante per giovani, pronto a coniugare l’ambizione con i palpiti del cuore. Realizzazione e atmosfere eleganti, persino un po’ rétro, rendono comunque la serie godibile da un vasto pubblico.

Articolo disponibile su Agenzia SIR

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