A BEAUTIFUL MIND

Valutazione
Accettabile, problematico*
Tematica
Amicizia, Famiglia, Malattia, Solidarietà-Amore
Genere
Drammatico
Regia
Ron Howard
Durata
136'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
A beautiful mind
Distribuzione
United International Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Akiva Goldsman basato sul libro scritto da Sylvia Nasar
Musiche
James Horner
Montaggio
Mike Hill, Dan Hanley

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg.: basato sul libro scritto da Sylvia Nasar - Scenegg.: Akiva Goldsman - Fotogr.(Panoramica/a colori): Roger Deakins - Mus.: James Horner - Montagg.: Mike Hill, Dan Hanley - Dur.: 136' - Produz.: Brian Grazer, Ron Howard.

Interpreti e ruoli

Russell Crowe (John Nash), Ed Harris (Parcher), Jennifer Connelly (Alicia Nash), Christopher Plummer (dott.Rosen), Paul Bettany (Charles), Adam Goldberg (Sol), Josh Lucas (Hansen), Vivien Cardone (Marcee), Anthony Rapp (Bender), Judd Hirsch (Helinger)

Soggetto

Anno 1947. Benché non sia rampollo di famiglia prestigiosa, il giovane John Forbes Nash jr. viene ammesso a Princeton per la specializzazione post lauream in matematica. Del resto i convenevoli sociali non hanno alcun significato per Nash, ed anche alle lezioni non si presenta. John é ossessionato da un solo pensiero: trovare un'idea veramente originale. Per lui questa é l'unica cosa che possa avere un valore. Una sera, mentre é in un bar con alcuni compagni, assiste al loro comportamento nei confronti di una bellissima bionda presente. Osserva gesti e modalità, e all'improvviso sente delinearsi nella mente quell'idea che inseguiva da tempo. La sua conseguente relazione sulla teoria dei giochi, la disciplina matematica che analizza il comportamento ottimale di individui, o coalizioni, in situazioni di interazione strategica, contraddice apertamente con le teorie di Adam Smith, il padre dell'economia moderna. Il pensiero di Smith dopo 150 anni appare improvvisamente superato. In seguito a questa scoperta, Nash riceve un posto di professore alla MIT, ma soddisfazione ancora maggiore ricava quando un certo William Parcher, agente segreto, lo contatta per un incarico rischioso: siamo in piena guerra fredda, e a Nash viene chiesto di decodificare i codici segreti del nemico. Intanto alla MIT Alicia, studentessa di fisica, riesce ad aprirgli anche la strada del cuore e dei sentimenti. I due si sposano in breve, ma Nash non dice alla moglie alcunché dei suoi lavori segreti. La troppa tensione, la fatica, il pericolo alla fine hanno il sopravvento: ossessionato da paranoie, visioni, incubi, Nash viene dichiarato affetto da schizofrenia e ricoverato in ospedale psichiatrico. Da quel momento la sua vita si svolge tra lunghi ricoveri e ritorni a casa. Sorretto dall'amore di Alicia, Nash sembra riuscire a scacciare le proprie allucinazioni. Nell'ottobre 1978 è di nuovo a Princeton. Nel marzo 1994, mentre è seduto al tavolo della biblioteca dove quasi 50 anni prima aveva ammirato i veterani dell'università, gli viene annunciato che l'accademia di Stoccolma gli ha assegnato il premio Nobel per la teoria dell'equilibrio nell'economia moderna. Nel dicembre 1994, Nash sale sul palco, ritira il premio e ringrazia la moglie in sala. "Tu sei tutte le mie ragioni" afferma, rivolgendosi a lei.

Valutazione Pastorale

John e Alicia Nash vivono ancora oggi a Princeton, e lui va regolarmente ogni giorno nel suo studio al Dipartimento di Matematica. Alla fine dei titoli di coda (sarebbe buona norma seguirli sempre) si dice che, mentre il film è basato su una storia vera, alcuni caratteri sono stati riscritti o inventati, e alcune azioni 'fictionalized', ossia ridotte a forma di fiction. Personaggi autentici e storia sostanzialmente vera, dunque, solo opportunamente ritoccata ad uso di un racconto da grande schermo. Sono gli ingredienti del cinema americano di stampo biografico e rappresentano una formula quasi sempre vincente. La perfetta alchimia si ripete anche in questa occasione. La vita di Nash diventa la testimonianza della perenne attualità di valori che non hanno data nè età. Credere in se stessi, mettere l'intelligenza al servizio e alla difesa della propria Nazione, non cedere all'incalzare della malattia, riconoscere l'importanza della famiglia per uscire da situazioni difficilissime. E' una storia che respira ottimismo e infonde fiducia, che sarebbe piaciuta a Frank Capra perchè mette insieme i pensieri di un adulto e le sensazioni ingenue di un bambino, secondo lo spirito americano dell'eterna terra di conquistare ad ovest di qualche cosa. Il finale poi confonde e spiazza fino alla commozione, e allora il rischio è quello di perdere di vista la realtà. Che però esiste, lo sappiamo, perchè esiste Nash, e forse di lui non è stato detto tutto, ma questo basta e avanza. 136' di un racconto robusto, che non annoia, e si fa seguire grazie alla inattesa, aderente interpretazione di Russel Crowe. Dal punto di vista pastorale, le motivazioni sono tutte positive, e il film è accettabile, e problematico perchè, volendo, solleva temi autentici. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare in occasioni di cineforum, come spettacolo ben fatto e interessante per più aspetti. Da vedere anche nei successivi passaggi televisivi.

Le altre valutazioni

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