ALLULLO DROM – L’ANIMA ZINGARA

Valutazione
Discutibile, ambiguità
Tematica
Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Tonino Zangardi
Durata
94'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
ALLULLO DROM - L'ANIMA ZINGARA
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Elvino Cippitelli, Tonino Zangardi Tonino Zangardi
Musiche
Andrea Guerra
Montaggio
Paola Pannicelli

Sogg.: Tonino Zangardi - Scenegg.: Elvino Cippitelli, Tonino Zangardi - Fotogr. (panoramica/a colori): Marco Onorato - Mus.: Andrea Guerra - Montagg.: Paola Pannicelli - Dur.: 94' - Produz.: Cooperativa Cinema Democratico.

Interpreti e ruoli

Isabella Ferrari (Lorenza), Francesco Casale (Andreas), Claudio Bigagli (Vittorio), Massimo Bonetti (Marco), Ida Sansone (Sandra), Massimo Wertmuller (Sergio), Kasim Cizmic, Roberto Alpi, Novello Novelli

Soggetto

Nel 1950 Lorenza, giovane comunista in crisi coniugale e ideologica, raggiunge in un paese della Val d'Orcia la cugina Sandra, fidanzata di Marco il postino. Fuori del paese si è accampato un clan di nomadi e su costoro due del luogo -Vittorio e Sergio, da tempo emigrati in città e comunisti come Marco e le due donne stanno svolgendo una ricerca sulla cultura ed etnia zingaresca. Tra canti, balli di nozze e furtarelli, che indignano la comunità locale, Andreas, nomade fiero e di bell'aspetto, colpisce Lorenza con la sua avvenenza. I rapporti fra i giovani comunisti e gli zingari sono ottimi, essendosi i primi eretti a difensori. In seguito ad un diverbio, un agricoltore intollerante (il clan si è installato in una piccola valle di sua proprietà) viene ucciso e i carabinieri sospettano di Andreas. I paesani vorrebbero linciarlo: Sergio e compagni ne agevolano invece la fuga sulle terre cretose della campagna senese, ma sono costretti ad allontanarsi essi pure, poichè i Carabinieri indagano sull'assassino. Anche Lorenza si pone sulle tracce e, trovatolo in un casale abbandonato, vive con Andreas una notte di passione. Nella estrema corsa verso la libertà, Andreas, inseguito da alcuni Carabinieri, cade ucciso per una colpo di pistola alla schiena, partita dal gruppo dei militi.

Valutazione Pastorale

Invece che denunce e messaggi eventuali (poichè la tematica c'era, con tutto il suo bagaglio ideo-sociologico, ma anche semplicistico e pietistico, che la rende ostica e carica di azioni e reazioni da una parte e dall'altra), il film, tutto sommato, è controproducente nei confronti dei nomadi Rom. Molti i luoghi comuni; discutibile la parte per così dire politica (si è negli anni '50 e certe ansie revisionistiche sono fuori tempo e fuori logica); ingombrante e forse eccessivamente colorato l'aspetto folcloristico. Smaccatamente ambiguo il comportamento dei carabienieri pronti a sparare (alle spalle) sul nomade braccato, assassino che fosse o presunto tale. Il film (di Tonino Zangardi, che firma anche soggetto e co-sceneggiatura) è pieno di dettagli incongrui, mal definiti oppure squilibrati, con un'atmosfera ambigua. La cattiva conduzione (o inesperta che sia) degli interpreti rende i personaggi o lògori o plateali o risibili. C'è fra gli interpreti qualche attore che ha dato discrete prove in altre occasioni ma qui, gesti e dialoghi sono penosi. Scene e situazioni motivano la valutazione.

Le altre valutazioni

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