
Orig.: Stati Uniti (2014) - Sogg.: tratto dal romanzo "Madame Mallory e il piccolo chef indiano" (titolo originale: "The Hundred Foot Journey") di Richard C. Morais - Scenegg.: Steven Knight - Fotogr.(Scope/a colori): Linus Sandoren - Mus.: A. R. Raham - Montagg.: Andrew Mondshein - Dur.: 124' - Produz.: Steven Spielberg, Oprah Winfrey, Juliet Blake per Dreamworks Studios in coproduzione con Amblin Entertainment, Harpo Films, Participant Media.
Interpreti e ruoli
Helen Mirren (Madame Mallory), Om Puri (Papa Kadam), Manish Daval (Hassan Haji), Juhi Chawla (Mama), Charlotte Le Bon (Marguerite), Rohan Chand (Hassan Haji giovane), Amit Shah (Mansur), Farzana Dua Elahe (Mahira), Michel Blanc (sindaco), Dillon Mitra (Mukhtar Kadam), Aria Pandya . (Aisha Kadam)
Soggetto
Papa Kadam e i suoi quattro figli scappano dall'India dove infuriano le turbolenze (la mamma è morta in un incendio) e arrivano in Europa. Dopo qualche incertezza, la famiglia si stabilisce s Saint Antonin Noble Val, un paesino nel Sud della Francia. Qui si trova Saule Pleureur, un ristorante tra i più famosi di Francia, frequentato da ministri e notabili. Anche Kadam in India aveva un ristorante, qui la passione ritorna e l'uomo in poco tempo apre il suo nuovo locale, "Maison Mumbai", a soli 30 metri di distanza da quello già esistente. Nasce una rivalità che diventa sempre più aspra nel conflitto tra Kadam e Madame Mallory, proprietaria del Saule Pleureur. A stemperare la conflittualità ci pensa Hassam, giovane figlio di Kadam, chef di talento e innamorato di Marguerite, che lavora con la Mallory. Dopo ripicche e sotterfugi, quando Hassam è diventato uno chef del Saule Fleureur, e poi un grande maestro a Parigi, si creano le condizioni per il suo ritorno nel piccolo paese e per il lieto fine nei confronti di Marguerite.
Valutazione Pastorale
Il tema importante dovrebbe essere quello di uno scontro tra l'Occidente europeo più benestante e l'India che arriva in Europa in fuga e deve sopportare una non piccola soggezione iniziale. uno scontro che a poco a poco diventa incontro, scambio, reciproco riconoscimento di stima, capacità di condivisione. Finisce tutto per il meglio, e il mescolarsi di raffinatezze gastronomiche francesi e indiane diventa palese anticipazione di un più profondo incontro sociale e culturale: la tavola come luogo per capirsi e intendersi meglio. Anche stavolta lo svedese americanizzato Hallstrom confeziona un prodotto limpido, levigato, raccontato senza una sbavatura, pieno di caldi e buoni sentimenti. Impeccabile nel dosaggio degli ingredienti visti dalla parte degli indiani e dei francesi/inglesi, il copione è tanto emozionante quanto ammicante e qua e là furbetto. Com'è nello stile di Hallstrom, regista buono per storie tra romanticismo esasperato e melò. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e del tutto semplice.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto gradevole, piacevole da vedere e di sicuro coinvolgimento.