Assassinio sul Nilo

Valutazione
Consigliabile, Problematico
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Avidità, Denaro, Donna, Famiglia, Giustizia, Guerra, Letteratura, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo, Potere, Storia
Genere
Azione-Thriller, Commedia, Drammatico, Giallo, Sentimentale
Regia
Kenneth Branagh
Durata
127'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Death on the Nile
Distribuzione
20th Century Studios - Walt Disney Company Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Dall'omonimo romanzo di Agatha Christie, la sceneggiatura è firmata da Michael Green
Fotografia
Haris Zambarloukos
Musiche
Patrick Doyle
Montaggio
Úna Ní Dhonghaíle
Produzione
Ridley Scott, Kenneth Branagh, Judy Hofflund, Kevin J. Walsh, Mark Gordon, Simon Kinberg, Matthew Jenkins, James Prichard, Matthew Prichard. Casa di produzione: The Estate of Agatha Christie, 20th Century Studios, Scott Free Productions

Interpreti e ruoli

Kenneth Branagh (Hercule Poirot), Tom Bateman (Bouc), Gal Gadot (Linnet Ridgeway Doyle), Armie Hammer (Simon Doyle), Annette Bening (Euphemia), Emma Mackey (Jacqueline de Bellefort), Russell Brand (dott. Windlesham), Ali Fazal (Andrew Katchadourian), Dawn French (sig.ra Bowers), Rose Leslie (Louise Bourget), Sophie Okonedo (Salome Otterbourne), Jennifer Saunders (Marie Van Schuyler), Letitia Wright (Rosalie Otterbourne)

Soggetto

Hercule Poirot partecipa a una vacanza sul Nilo al seguito di un’influente coppia di neo sposi, Linnet Ridgeway Doyle e Simon Doyle; con loro altri ospiti, amici e conoscenti. Si aggiunge all’ultimo anche Jacqueline de Bellefort, ormai ex amica di Linnet nonché precedente amore di Simon. E a bordo sono subito scintille e tensioni che culminano con strane sparizioni e omicidi…

Valutazione Pastorale

Se nel mondo dell’editoria gli anni Duemila sono la stagione del giallo di matrice scandinava, è da registrare però come la solida tradizione britannica continui a tutt’oggi a raccogliere i suoi frutti. Oltre al modello narrativo di Arthur Conan Doyle con il suo intramontabile Sherlock Holmes, nato sul finire dell’800 – che non smette di mietere successi tra romanzi, adattamenti cinematografici e televisivi (Benedict Cumberbatch!) –, non possiamo di certo dimenticare il contributo di Agatha Christie, che nel XX secolo ha creato le iconiche figure di Hercule Poirot e Miss Marple, anche loro più volte incoronati tra cinema e Tv. Ultimo in ordine di tempo è “Assassinio sul Nilo” (“Death on the Nile”), libero – e forse un pizzico troppo – adattamento dell’omonimo romanzo della Christie del 1937, diretto e interpretato con non poca classe da Kenneth Branagh. L’autore britannico, che ha appena incassato ben 7 candidature ai Premi Oscar 2022 per l’altro suo film della stagione “Belfast”, ritrova il personaggio di Hercule Poirot dopo il successo di “Assassinio sull’Orient Express” da lui diretto e interpretato nel 2017. Branagh con “Assassinio sul Nilo” mette in scena un racconto che fonde le atmosfere del giallo con le sfumature sentimentali più brucianti e disperate. Una vicenda che si snoda in una delle cornici paesaggistiche più suggestive, le piramidi d’Egitto e il viaggio in battello sul Nilo. La storia: Hercule Poirot partecipa a una vacanza sul Nilo al seguito di un’influente coppia di neo sposi, Linnet Ridgeway Doyle (Gal Gadot) e Simon Doyle (Armie Hammer); con loro altri ospiti, amici e conoscenti. Si aggiunge all’ultimo anche Jacqueline de Bellefort (Emma Mackey), ormai ex amica di Linnet nonché precedente amore di Simon. E a bordo sono subito scintille e tensioni che culminano con strane sparizioni e omicidi… La dinamica del racconto è senza dubbio una delle componenti centrali nel giallo “Assassinio sul Nilo”, una costruzione sempre ben congegnata dalla maestria di Agatha Christie, ma forse non l’elemento più originale (i romanzi infatti sono ben noti, almeno per uno spettatore adulto). A fare la differenza nella riuscita dell’opera è la regia e l’interpretazione di Kenneth Branagh. L’autore è anzitutto un regista che sa come usare la macchina da presa, con uno stile dinamico e innovativo, ma anche profondamente fedele alle regole del cinema classico. Ci sono una pulizia visiva e una fluidità narrativa molto evidenti, come pure un voler marcare passaggi del racconto attraverso proprie personalizzazioni (tutte molto valide, ma a tratti quasi didascaliche). L’aspetto che forse colpisce ancor di più del suo lavoro è la caratterizzazione di Hercule Poirot. L’investigatore di origine belga ma inglese di adozione ci viene raccontato non solo per le sue doti intellettive, la finezza del pensiero e della sua ironia, ma anche per la sua dimensione umana. E forse qui sta la vera novità, segno anche del tempo in cui viviamo: non un eroe inappuntabile e senza traballamenti. Al contrario, sofferente e pudico nel rapportarsi alla dimensione affettiva. Assistiamo, ad esempio, nel suggestivo flashback in bianco e nero che apre il film, al passato di Poirot nella Grande guerra, tra le trincee, dove viene sfigurato in volto (cicatrice coperta poi dai suoi inconfondibili baffi) e perde l’amore della sua vita. Nel corso della narrazione, poi, il Poirot di Kenneth Branagh procede per logica e deduzione, ma scopre inoltre il fianco dal punto di vista emotivo e sentimentale. Segno che le narrazioni cinematografiche attuali ci vogliono dire qualcosa in più: abbiamo bisogno di eroi sì solidi, granitici, ma anche permeabili alle emozioni; eroi che amano, che sanno amare, con un passato di ricordi e persino di irrisolti, aspetti che permettono di radicarli nell’umanità più comune. È stato così anche per il riuscito James Bond di Daniel Craig, soprattutto nell’ultimo capitolo “No Time to Die” (2021). Nel complesso “Assassinio sul Nilo” è un film suggestivo, affascinante, capace di agganciare lo spettatore per la tensione narrativa del crime ma anche per la trascinante performance di attori di primo piano. Dal punto di vista pastorale “Assassinio sul Nilo” è di certo consigliabile e problematico.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito

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