BALLO A TRE PASSI

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti*
Tematica
Povertà-Emarginazione, Rapporto tra culture
Genere
Metafora
Regia
Salvatore Mereu
Durata
106'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Lucky Red
Musiche
Giampaolo Mele Corriga
Montaggio
Paola Freddi

Orig.: Italia (2003) - Sogg. e scenegg.: Salvatore Mereu - Fotogr.(Panoramica/a colori): Renato Berta, Tommaso Borgstrom, Paolo Bravi, Nicolas Franik - Mus.: Giampaolo Mele Corriga - Montagg.: Paola Freddi - Dur.: 106' - Produz.: Gianluca Arcopinto, Andrea Occhipinti.

Interpreti e ruoli

PRIMAVERA: Daniele Casula (Andrea), Mauro Frongia (Macangiu), Angelo Botti (Peppeddu), Sebastiano Lai (Istene), Tonino Fulgheri (Marieddu), Francesco Vedele . ESTATE: Michele Carboni (padre Marieddu), Caroline Ducey (Michele), Massimo Sarchielli (Solveig), Roberta Perra (Massimo), Francesco Barracca (Peppuccia), Domenico Arba . AUTUNNO: Yael Abecassis (Peppeddu), Pietro Arba (Pera), Simone Frongia (suor Francesca), Lisa Chessa . INVERNO: Giampaolo Loddo (ziu Predu), Rossella Bergo (Giuseppe), Alexandra Brancaccio . (Simona), (Giorgio), (Palla), (travestito)

Soggetto

Primavera. Dall'interno della Sardegna quattro adolescenti (Andrea, Peppeddu, Macangiu, Istene) saltano sul retro di uno scassato camioncino e, cercando di tenersi nascosti, riescono ad arrivare sulla spiaggia e a vedere per la prima volta il mare. Lungo la strada incontrano Michele, un pastore giovane che col suo gregge comincia a transumare verso la montagna alla ricerca di nuovi pascoli. Estate. Michele, trovato alloggio di fortuna in una baracca, ogni sera munge il gregge e la mattina dopo prepara il formaggio secondo le antiche tradizioni. Quando è pronto, ne porta alcune forme all'amico Massimo, un toscano che gestisce un bar e un piccolo campo di volo vicino ad una spiaggia. Qui, atterrata con un'aliante, Michele conosce Solveig, turista francese. Nonostante insormontabili difficoltà di comunicazione, tra i due scatta l'attrazione e Michele per la prima volta riesce ad avere un rapporto con una donna. Autunno. Suor Francesca saluta le consorelle del convento del Carmelo. Ha ottenuto il permesso di recarsi al matrimonio di sua nipote Simona, figlia della sorella. C'è tanta gente e suor Francesca si lascia convincere a cantare, mentre altri si lanciano nel tipico ballo a tre passi, ma il banchetto viene rovinato da un improvviso temporale. Il giorno dopo sull'autobus suor Francesca saluta quel mondo che per poco le è appartenuto. Inverno. L'anziano Giorgio, che aveva partecipato a quella festa, é ora in città. E' solo e cerca Palla, una prostituta alla quale offre champagne e che invita a cantare con la fisarmonica 'Cielito lindo'. Di lì a poco Giorgio accusa un malore. Morendo, raggiunge Solveig, precipitata con il suo velivolo.

Valutazione Pastorale

Nato a Dorgali (Nuoro) nel 1965, Mereu si è diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1997, ed ha girato alcuni corti prima di questo esordio nel lungometraggio. Per realizzare la sua opera prima, Mereu ha scelto "...la Sardegna dei miei giorni. Un luogo privato, qualche volta semplicemente vagheggiato, che nasce sempre dall'esperienza personale, quasi sempre riconoscibile seppur rivissuto attraverso la necessaria mediazione di un racconto". Diviso in capitoli scanditi dalle quattro stagioni, il copione mette in campo tanti personaggi, forse riconducibili ad uno solo: l'uomo (l'uomo bambino alla scoperta del mare, l'uomo adulto al confronto con la sessualità, l'uomo anziano alla resa dei conti con la solitudine). E la donna: Solveig che arriva da 'fuori'; e Francesca, la suora che fa parte di quel mondo ma lo osserva da lontano. Le stagioni della vita, dunque, in un clima di memoria contadina fortemente arcaica, in una cultura che comunica poco ma ha molti segni di identificazione e di simbologia. Cercando di proiettare una realtà locale su orizzonti esistenziali più ampi, Mereu inevitabilmente inciampa in qualche passaggio non sempre ben motivato, in qualche stridore eccessivo tra un taglio narrativo neorealista e uno favolistico/poetico. Purezza e istinti primordiali si contaminano in una ottica di introversa sensibilità, tra fatalismo e sentimenti forti. Vita e morte si inseguono in una circolarità quasi crepuscolare, nell'incontro tra corpi e natura. Pur tra qualche difetto, Mereu mostra un occhio acuto e sensibile e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: caratterizzato da alcune sequenze di prolungato erotismo, il film é da utilizzare con cautela in programmazione ordinaria. Più opportunamente é da riservare per occasioni mirate, per avviare riflessioni sui molti temi che propone, nel rapporto con la terra, le tradizioni, le culture, le sensibilità differenti. Attenzioni per i minori è da tenere in previsione di passaggi televisivi e di utilizzo di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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