
Sogg.: Tratto dal libro "Natasha's Story" di Michael Nicholson - Scenegg.: Frank Cottrell Boyce -Fotogr.: (Scope/a colori) Daf Hobson - Mus.: Adrian Johnston - Montagg.: Trevor Waite - Dur.: 100' - Produz.: Dragon Pictures per Channel Four Films e Miramax Films
Interpreti e ruoli
Stephen Dillane (Henderson), Woody Harrelson (Flynn), Marisa Tomei (Nina), Emira Nusevic (Emira), Kerry Fox (Jane Carson), Emily Lloyd (Annie Mc Gee), Goran Visnjic (Risto), James Nesbitt (Gregg), Igor Dzambazov (Jacket), Gordana Gadzic (signora Savic), Juliet Aubrey . (Helen Henderson)
Soggetto
Il reporter inglese Michael Henderson si trova a Sarajevo per una nuova cronaca di guerra. Siamo nel 1992, allinizio dellassedio della città. I giornalisti la sera si ritrovano al bar dellalbergo per raccontarsi, in un clima di paura ma di inevitabile rivalità professionale, le reciproche esperienze. Un giorno Henderson e il collega americano Flynn scoprono uno dei campi di concentramento organizzati dai serbo-bosniaci. Poi è la volta delle stragi di civili in coda per la distribuzione del pane. Durante la visita ad un orfanotro-fio sotto il fuoco nemico Henderson sente il bisogno di fare qualcosa di più concreto e promette ad una bambina, Emira, di portarla lontano dalla guerra. Quando un convoglio di aiuti umanitari guidato dallamericana Nina si offre di mettere in salvo alcuni bambini, Henderson decide di portare Emira in Inghilterra. Sembra tutto risolto, quando la mamma pretende di riaverla indietro. Henderson torna a Sarajevo, e riesce a convincere la madre. Intanto in città qualcuno riesce ad organizzare un piccolo concerto, sfidando il pericolo in favore della pace.
Valutazione Pastorale
Liberamente tratto dal libro in cui il vero reporter inglese Michael Nicholson ha descritto gli eventi vissuti a Sarajevo, il film è un diretto, incisivo atto daccusa contro i modi in cui, a livello internaziona-le, è stata seguita, gestita, manipolata la terribile guerra di Jugoslavia. Alla denuncia di orrori sconosciuti (o meglio taciuti) si unisce la rabbia che deri-va dalla sensazione che da parte di molti si sarebbe potuto fare di più, sul piano politico e diplomatico, per scongiurare il clima di guerra di religione, di scontri fratricidi, di stragi inconsulte che ha caratterizzato quel conflitto. Mescolando le immagini di fiction con inserti da cine giornale, la regia di Winterbottom assume toni epici da tragedia, forse con qualche enfasi ma uti-li per far sentire il peso di un conflitto più sanguinoso di quello che si sia potuto pensare. Dal punto di vista pastorale, un film contro la violenza e a favore della pace: da giudicare quindi positivamente nelle sue molteplici sfu-mature problematiche. Utilizzazione: fatta salva la presenza dei minori, il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria per la sua forza drammatica e di coinvolgimen-to. Adattissimo per dibattiti, sia sulla guerra di Jugoslavia sia sui rapporti tra guerra e giornalismo, su cinema e guerra, sul cinema di denuncia in genere.