Beyond the Wall

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Dolore, Donna, Giustizia, Lavoro, Libertà, Politica-Società, Potere, Solidarietà
Genere
Drammatico
Regia
Vahid Jalilvand
Durata
126'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Iran
Titolo Originale
Shab, Dakheli, Divar
Distribuzione
The Match Factory
Soggetto e Sceneggiatura
Vahid Jalilvand
Fotografia
Adib Sodhani
Musiche
Olafur Arnalds, Mohammadreza Baradaran
Montaggio
Vahid Jalilvand
Produzione
Mehr Taha Studio

Il film è stato presentato alla 79ᵃ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

Interpreti e ruoli

Navid Mohammadzadeh (Ali), Diana Habibi (Leila)

Soggetto

Ali è un ex poliziotto cieco, che vive da solo in uno scarno appartamento in un grande palazzo. Il giorno in cui , disperato, prova a togliersi la vita, viene distratto dalla presenza di una donna, Leila (Diana Habibi), in fuga dopo le proteste davanti a una fabbrica e tallonata dalla Polizia. Pur sapendo di correre un rischio, Ali decide di aiutarla …

Valutazione Pastorale

Scritto e diretto Vahid Jalilvand, "Beyond the Wall" si snoda sullo sfondo dell’Iran odierno segnato da diffusi conflitti e difficoltà di sopravvivenza. La storia. Ali (Navid Mohammadzadeh) è un ex poliziotto cieco, che vive da solo in uno scarno appartamento in un grande palazzo. Il giorno in cui , disperato, prova a togliersi la vita, viene distratto dalla presenza di una donna, Leila (Diana Habibi), in fuga dopo le proteste davanti a una fabbrica e tallonata dalla Polizia. Pur sapendo di correre un rischio, Ali le dà subito accoglienza e supporto… “Mi sono chiesto come possiamo dare a un pubblico colpito da disgrazie e crudeltà la speranza di rialzarsi, respirare e vivere di nuovo”. Da questa riflessione Vahid Jalilvand parte nel delineare il suo film “Beyond the Wall”, che appare come uno sfaccettato e poetico racconto di redenzione e salvezza. Ali è un ex poliziotto abituato a sfollare i manifestanti. Persa la vista, il lavoro, si sente impotente e rotto. Deciso a togliersi la vita, vira da un gesto disperato a un altro marcato da solidarietà e misericordia: apre le porte della propria casa alla fuggitiva Leila, una donna ingiustamente accusata di sedizione e dell’uccisione di un poliziotto. Leila è spaventata, perché ha perso anche le tracce del suo bambino di quattro anni. Ali fa di tutto per rassicurarla ed aiutarla, esponendosi a perquisizioni e intimidazioni. Senza voler svelare troppo della struttura narrativa composita, che oscilla tra realismo e derive oniriche, il film di Vahid Jalilvand ci consegna uno spaccato sociale dell’Iran contemporaneo senza puntare il dito contro alcuna istituzione. Racconta solamente l’affanno dei tanti ultimi, che si trovano senza lavoro e con poco di cui sfamarsi. Un mondo disperato e disperante, dove però si accede la luce della speranza grazie a incontri che salvano. Come quello tra Ali e Leila. Film consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni di dibattito.

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