BIRTH – IO SONO SEAN

Valutazione
Inconsistente, superficialità
Tematica
Bambini, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Jonathan Glazer
Durata
100'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Birth
Distribuzione
Eagle Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Jean Claude Carriere, Milo Addica, Jonathan Frazer Jonathan Glazer
Musiche
Alexandre Desplate
Montaggio
Sam Sneade, Claus Wehlish

Orig.: Stati Uniti (2004) - Sogg.: Jonathan Glazer - Scenegg.: Jean Claude Carriere, Milo Addica, Jonathan Frazer - Fotogr.(Panoramica/a colori): Harris Savides - Mus.: Alexandre Desplate - Montagg.: Sam Sneade, Claus Wehlish - Dur.: 100' - Produz.: Jean Louis Piel, Nick Morris, Lizie Gower.

Interpreti e ruoli

Nicole Kidman (Anna), Cameron Bright (il piccolo Sean), Danny Huston (Joseph), Lauren Bacall (Eleanor), Alison Elliot (Laura), Arliss Howard (Bob), Michael Desautels (Sean), Anne Heche (Clara), Peter Stormare (Clifford), Ted Levine (mr. Conte), Cara Seymour (mrs. Conte), Milo Addica . (Jimmy), ( il portiere)

Soggetto

Dieci anni dopo la morte del marito Sean, Anna sta per cominciare un nuovo capitolo della propria vita, avendo accettato di sposare Joseph. Tutti sono riuniti nel grande appartamento nell'aristocratica Upper East Side di New York: la madre Eleanor, la sorella Laura, incinta, con il marito Bob. Si fa festa insieme ad altri ospiti, tra i quali Clifford, il migliore amico di Sean, e sua moglie Clara. Nell'ingresso del palazzo, Clara vede un ragazzino, che ricompare pochi giorni dopo, quando si celebra il compleanno di Eleanor. Chiede di parlare con Anna e, quando sono soli, le dice di essere il suo defunto marito Sean. Dopo la rabbia e lo sgomento, Anna, di fronte ai racconti del bambino, alla sua sicurezza, alla sua ostinazione, sta per cedere e appare disposta a creder di avere veramente di fronte il suo Sean. L'equivoco va avanti fino a quando, di fronte alla richiesta di un ulteriore particolare, il piccolo si tradisce. Sean aveva un'amante, era Clara. E Anna non lo aveva mai sospettato.

Valutazione Pastorale

Parte bene Jonathan Glazer, fotografando l'eleganza fredda, razionale, aristocratica di luoghi e ambienti di famiglia e calando in questo quadro molto realistico un evento che attiene invece all'ignoto, all'imponderabile. Parte bene ma ben presto si ferma. Anzi frena. Il racconto si avvita su se stesso, incapace di prendere una direzione e di seguirla fino in fondo. Psicanalisi, parapsicolgia, forse thriller? Si procede nella confusione, ottenendo il risultato di una storia troppo pasticciata per suscitare interesse. Inserito in concorso alla Mostra di Venezia 2004, il film è stato inevitabilmente ignorato,e poco convincente è risultata anche Nicole Kidman, che alla conferenza stampa, ha cercato in tutti i modi di difendere e puntellare il proprio personaggio e il copione. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inconsistente, e caratterizzato da superficialità. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria. Pochi motivi, se non l'interpretazione della Kidman, inducono a successive utilizzazioni. Qualche attenzione per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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