Brado

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Animali, Dolore, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Fede, Giovani, Lavoro, Malattia, Matrimonio - coppia, Morte, Sport
Genere
Drammatico, Family Drama
Regia
Kim Rossi Stuart
Durata
117'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Brado
Distribuzione
Vision Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Dal racconto "La lotta" (raccolta "Le guarigioni", La Nave di Teseo) di Kim Rossi Stuart, la sceneggiatura è firmata dallo stesso Kim Rossi Stuart con Massimo Gaudioso
Fotografia
Matteo Cocco
Musiche
Andrea Guerra
Montaggio
Alessio Rivellino A.M.C.
Produzione
Carlo Degli Esposti, Nicola Serra. Casa di produzione: Palomar, Vision Distribution, Sky, Amazon Prime Video

Interpreti e ruoli

Kim Rossi Stuart (Renato), Saul Nanni (Tommaso), Viola Sofia Betti (Anna), Federica Pocaterra (Viola), Alma Noce (Rachele), Barbora Bobulova (Stefania), Paola Lavini (Cliente del maneggio)

Soggetto

Italia oggi, Renato è un uomo solitario, che ha dedicato tutta la sua vita alla costruzione di un ranch dove allevare cavalli da corsa. L’attività però non va più tanto bene, e i debiti aumentano; l’uomo è anche in difficoltà per un braccio rotto. Data la situazione il figlio ventenne Tommaso, decide di aiutarlo nonostante i rapporti tra i due siano claudicanti; si prende così una pausa dal lavoro nel settore dell’edilizia acrobatica e si trasferisce al ranch dal padre, dove accetta di allenare un cavallo particolarmente agitato per una gara di cross-country…

Valutazione Pastorale

Sono oltre quaranta i titoli tra cinema e Tv cui l’attore romano Kim Rossi Stuart, classe 1969, ha preso parte. Dagli anni Duemila, poi, è passato anche dietro la macchina da presa per raccontare storie di matrice esistenziale e familiare, racconti che si impregnano di sfumature autobiografiche. Dopo il riuscito esordio “Anche libero va bene” (2006), seguito poi da “Tommaso” (2016), Kim Rossi Stuart firma il suo terzo film, quello che ne sancisce di fatto la piena maturità artistica: è “Brado”, tra western urbano e dramma familiare, film intenso e livido che guarda molto in termini stilistici a un cinema di respiro europeo. “Brado” è tratto dal racconto “La lotta”, che fa parte della raccolta “Le guarigioni” (La nave di Teseo) firmata dallo stesso Rossi Stuart; l’adattamento per lo schermo è scritto a quattro mani insieme allo sceneggiatore Massimo Gaudioso. La produzione è targata Palomar, con Sky e Prime Video. La storia. Italia oggi, Renato (Kim Rossi Stuart) è un uomo solitario, che ha dedicato tutta la sua vita alla costruzione di un ranch dove allevare cavalli da corsa. L’attività però non va più tanto bene, e i debiti aumentano; l’uomo è anche in difficoltà per un braccio rotto. Data la situazione il figlio ventenne Tommaso (Saul Nanni), decide di aiutarlo nonostante i rapporti tra i due siano claudicanti; si prende così una pausa dal lavoro nel settore dell’edilizia acrobatica e si trasferisce al ranch dal padre, dove accetta di allenare un cavallo particolarmente agitato per una gara di cross-country… È “un film di genere – racconta Kim Rossi Stuart – dall’impianto classico, che trascina lo spettatore in un’impresa da compiere. (…) Addestrare un cavallo difficile, recalcitrante, selvaggio (…). Gli eroi, assieme al quadrupede, sono un padre e un figlio che si ritrovano proprio in questa occasione a cercare di sciogliere quel grumo di rabbia, ostilità, rancore, che ha impedito loro per tanto tempo di essere vicini. È un difficile percorso a ostacoli quello che deve compiere il cavallo, ma anche quello che devono affrontare i due per potersi ritrovare”. Graffia, ma è anche marcato da inaspettata tenerezza l’ultimo film di Kim Rossi Stuart, un’opera che marcia lungo il binario del film di genere, un western contemporaneo di matrice drammatico-esistenziale, dove si intrecciano non pochi temi: il dialogo padre-figlio, il rapporto con la natura; ancora, “Brado” è un romanzo di formazione, un’opera che scandaglia i territori della vita, della morte e della fede. Un film che, a ben vedere, chiede molto allo spettatore in termini emotivi, di cooperazione personale. Coadiuvata dalla suggestiva fotografia di Matteo Cocco, la regia di Kim Rossi Stuart è salda e abile nel governare un viaggio introspettivo tra ricordi familiari, rimossi e opportunità di pacificazione. Un film denso anche di suggestioni problematiche, a cominciare dal confronto con il tema della morte e la volontà-pretesa dell’uomo di poterla dominare. In un quadro stilistico-narrativo che richiama molto il cinema di Clint Eastwood degli ultimi due decenni, soprattutto “Million Dollar Baby” (2004) e “Gran Torino” (2008), “Brado” ci sfida anche su temi etici: se Renato è incarna l’uomo indurito e reso amaro dalla vita, che ferisce l’altro perché ferito in partenza, Tommaso al contrario sperimenta un percorso di sofferenza e guarigione, scegliendo in ultimo la vita, salvandola. Dal punto di vista interpretativo, Kim Rossi Stuart e Saul Nanni trovano la giusta amalgama, rendendo vero, potente, quel rapporto padre- figlio a corrente alternata. Se sorprende, poi, la carica espressiva dell’esordiente Viola Sofia Betti nel ruolo dell’addestratrice Anna, risulta invece una conferma la recitazione misurata e versatile di Barbora Bobulova. Sempre molto acuta. Nell’insieme, “Brado” è un’opera che conquista nel tormento, che si apprezza per la sua poesia dolente. Complesso, problematico, per dibattito.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito.

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