CACCIATORE BIANCO, CUORE NERO

Valutazione
Accettabile-riserve, realistico
Tematica
Animali, Avventura, Cinema nel cinema, Ecologia
Genere
Drammatico
Regia
Clint Eastwood
Durata
119'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
WHITE HUNTER, BLACK HEART
Distribuzione
Warner Bros Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Peter Viertel, James Bridges, Burt Kennedy dal romanzo "White Hunter, Black Heart" di Peter Viertel
Musiche
Lennie Niehaus – Montagg.: Joel Cox
Montaggio
Joel Cox

Orig.: Stati Uniti (1990) - Sogg.: dal romanzo "White Hunter, Black Heart" di Peter Viertel - Scenegg.: Peter Viertel, James Bridges, Burt Kennedy - Fotogr.(Normale/a colori): Jack N. Green - Mus.: Lennie Niehaus – Montagg.: Joel Cox - Dur.: 119' - Produz.: Malpaso/Rastar.

Interpreti e ruoli

Clint Eastwood (John Wilson), Jeff Faney (Pete Verrill), George Dzundza (Paul Landers), Alun Armstrong, Marisa Berenson, Timothy Spall, Mel Martin, Charlotte Cornwell

Soggetto

Il carismatico regista americano John Wilson sta per iniziare un importante film in Africa, che gli consentirà di pagare i suoi molti debiti. Si tratta di una costosa produzione, con attori di fama mondiale, che richiederà un serio impegno di tutti. Wilson è un uomo geniale e violento, amante dell'avventura, e capace sia di gesti generosi che di crudeltà. Il produttore Paul Landers lo sollecita da Londra ad iniziare il lavoro al più presto, e sta per raggiungerlo in Africa, con gli attori e tutta la troupe. Wilson si trova già sul posto per cercare i luoghi adatti agli esterni, insieme al giovane soggettista e amico Pete Verrill, col quale dovrebbe ultimare e correggere il copione, e poco dopo lo raggiunge anche l'ispettore di produzione, Ralph Lokhart. Ma in realtà in questo momento al regista interessa pochissimo il film, perchè egli, cacciatore appassionato, è ossessionato dal desiderio di uccidere un grande elefante africano, l'animale più maestoso, che si trovi sulla terra, e per questo si è procurato una guida del posto, Kivu, che gli segnala la presenza dei branchi, e al quale si unisce poi un esperto cacciatore bianco. Per Wilson si tratta di un'orgogliosa affermazione del proprio coraggio, alla quale non vuole rinunciare, anche se giudica un "peccato" la distruzione di un simile animale. Ma la caccia all'elefante è difficile, e il primo safari è inutile. Intanto Wilson litiga con Verrill, che disapprova sia la sua leggerezza nel campo professionale, sia il desiderio di uccidere il pachiderma. Dopo l'arrivo della troupe, poi, cominciano accese discussioni con Landers, e i rapporti con Lokhart sono molto tesi. Non mancano, inoltre, varie scenate in locali pubblici, provocate dal fatto che Wilson non tollera alcun tipo di razzismo. Al momento di iniziare finalmente le riprese, nel villaggio di Kim questi segnala al regista un grosso elefante poco lontano dal set, e Wilson pianta il film, per correre al safari. Per quanto sconsigliato di sparare al bestione (data la pericolosa presenza di femmine e piccoli), Wilson si avvicina, per colpire, ma all'ultimo decide di non sparare: però, temendo per un suo piccolo, l'elefante carica improvvisamente, e massacra Kivu, gettatosi generosamente in mezzo per proteggere John. Tornato al villaggio, Wilson, dolorosamente colpito dall'accaduto, ascolta i tam tam comunicare l'avvenimento cosí: "Cacciatore bianco, cuore nero".

Valutazione Pastorale

Nonostante le chiare e positive intenzioni ecologiche e il duro giudizio sul carattere di un uomo egoista e violento, che è causa della disgrazia finale, il film risulta deludente sotto molti aspetti, malgrado si tratti di una grossa produzione, e il soggetto offra un argomento interessante. Infatti la vicenda è tratta dal romanzo "Cacciatore bianco, cuore nero", scritto da Peter Viertel, che fu appunto soggettista di John Huston per "La Regina d'Africa", e assistente accanto a lui per situazioni molto simili a quelle descritte nel film. Il grande regista ebbe veramente il desiderio ossessionante di uccidere un elefante, e possedeva un temperamento così violento e affascinante, che sapeva imporsi a tutti. Il film non sempre riesce ad interessare non sapendo descrivere in modo chiaro e convincente nè il vulcanico temperamento del protagonista, nè i risvolti della trama stessa, che spesso si trascina stancamente, risultando di scarso interesse. Insomma si tratta di un film velleitario e pretenzioso al quale Clint Eastwood non ha saputo dare neanche un valido contributo come attore. Egli col suo volto semplice e schietto (ma spesso poco espresssivo) non può ricordare infatti le espressioni mutevoli, a volte sarcastiche e ghignanti e a volte persino sulfuree, che riusciva a prendere il viso di John Huston, che fu anche un grande attore.

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