CALIFORNIA SKATE

Valutazione
Accettabile-riserve, Realistico
Tematica
Adolescenza, Lavoro
Genere
Avventuroso
Regia
Graeme Clifford
Durata
108'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
GLEAMING THE CUBE
Distribuzione
Medusa Distribuzione
Musiche
Jay Ferguson
Montaggio
John Wright

Orig.. Stati Uniti (1990) - Sogg. e scenegg.: Michael Tolkin - Fotogr. (Normale/a colori): Reed Smoot - Mus.: Jay Ferguson - Montagg.: John Wright - Dur.: 108' - Produz.: Said Corporation.

Interpreti e ruoli

Christian Slater (Brian Kelly), Steven Bauer (Al Lucero), Richard Herd (Ed Lawndale), Le Tuan (Vu Dai Trac), Min Luong (Tina Trac), Art Chudabala (Vinh Kelly), Ed Lauter (Mr. Kelly), Nicole Mercurio

Soggetto

Brian Kelly, un sedicenne di famiglia americana benestante, vive in California con i genitori e il fratello Vinh, un coetano vietnamita che i genitori hanno adottato undici anni prima. Brian è un perdigiorno irrequieto: non ha voglia di studiare, ed è unicamente interessato al suo skateboard, sul quale compie con gli amici spericolate acrobazie, di preferenza su per i bordi di piscine momentaneamente asciutte. Vinh, invece, è un ragazzo calmo e riflessivo: ha ottima riuscita nello studio e nelle ore libere lavora già negli uffici amministrativi di un colonnello, Vu Dau Trac, un vietnamita dissidente, che si occupa di un "fondo di assistenza" a sostegno dei conterranei anticomunisti rimasti in patria. Lavorando al computer si accorge, sorpreso, che i conti sono errati. Presi alcuni appunti, si presenta al colonnello per informarlo della lampante irregolarità, ma Trac non sembra farci caso. Vinh però, vuol saperne di più, riesce a introdursi nottetempo nei magazzini del "fondo di assistenza", e vi scopre un micidiale traffico d'armi, occultato da un inoffensivo deposito di medicinali e articoli sanitari. Se non che, tradito da una fotocellula del magazzino, viene fermato e, dopo un sommario interrogatorio, sbrigativamente strangolato: l'assassinio viene abilmente mascherato dietro un finto suicidio. L'unico a non credere al suicidio è Brian, che cerca il possibile movente del delitto, a malapena ascoltato dal solo agente di polizia che, pur ritenendo Brian un sognatore, non esclude del tutto l'ipotesi del delitto. Al termine di una testarda ricerca, involontanamente aiutato da Tina, l'adolescente figlia del colonnello, che si è candidamente innamorata di lui, Brian riesce a smascherare i colpevoli spalleggiato dall'avventuroso e rumoroso gruppo degli amici dello Skateboard.

Valutazione Pastorale

Per quanto difetti di stringatezza e, in alcuni passaggi, anche di credibilità narrativa, il film si fa seguire con interesse, sopratutto grazie alla simpatia che suscita il protagonista, nella sua temeraria determinazione di scoprire chi ha ucciso il fratello. Il ritmo è veloce e le riprese delle acrobazie di Brian sul suo inseparabile skateboard, rivelano il solito buon mestiere di molti film americani. Non manca neppure il filo di suspence, ma alquanto alleggerito da alcune soluzioni narrative che rasentano l'ingenuità: il colonnello trafficante d'armi per nulla preoccupato che Vinh abbia scoperto i trucchi della sua contabilità, la figlia per nulla indignata nel sorprendere Brian nella stanza del padre, a frugare fra le sue carte; Brian che s'infila nel bagagliaio della macchina del solito "informatore" dei criminali, e scopre l'identità dell'intera banda assistendo a una esecuzione, senza esser visto; o s'inerpica sui tetti del deposito d'armi eludendo ogni vigilanza, calandosi agevolmente frammezzo alle casse zeppe d'armi e operandovi indisturbato. L'introspezione psicologica, poi, appare quanto mai superficiale e approssímativa, sia quella degli adolescenti, sia quella dei criminali. L'intento spettacolare, infine, prende la mano del regista, che si abbandona ai soliti disastrosi inseguimenti di automobili nel caos del traffico di una grande città, o indugia su particolari trascurabili e sopra tutto sui virtuosismi spericolati di Brian e degli altri skateboards, a danno di un procedere più serrato e rigoroso, che avrebbe reso il film meno giocoso e più vero. A motivo di alcune situazioni e di non poche pesantezze verbali, non ci si può esimere da qualche riserva sul piano pastorale.

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