Churchbook. #Quando la fede si fa social

Valutazione
Consigliabile, poetico, Adatto per dibattiti
Tematica
Genere
Documentario
Regia
Alice Tomassini
Durata
61'
Anno di uscita
2019
Nazionalità
Italia
Musiche
Andrea Guerra
Montaggio
Cesare Cuppone
Produzione
Officina della Comunicazione, Vatican Media - Dicastero per la Comunicazione

Presentato alla 14ª Festa del Cinema di Roma (2019)

Soggetto

Un racconto sul rapporto tra Chiesa cattolica e social media, dal primo tweet di Benedetto XVI nel 2012, passando per lo sbarco su Instagram di Francesco nel 2016, alla Riforma dei media vaticani avviata nel 2015 e in via di completamento.

Valutazione Pastorale

Come si comunica la fede sui social? Qual è l’impatto su milioni di fedeli e non in tutto il mondo? Quali sono le sfide che un’istituzione plurimillenaria come la Chiesa sta affrontando? Da queste domande è partita la giovane autrice Alice Tomassini, che di “Churchbook” firma soggetto, sceneggiatura e regia. Il suo progetto è nato più di tre anni fa, da questi interrogativi, con il desiderio di realizzare un’opera che squadernasse le dinamiche di azione comunicativa della Chiesa. Come fare però se non si conosce nessuno in Vaticano? La Tomassini si è messa in gioco mail dopo mail, finché non si è imbattuta in mons. Dario E. Viganò, che le ha dato ascolto e fiducia, mettendo in moto il progetto con Vatican Media e Officina della Comunicazione. Il documentario è dunque un racconto alla scoperta dei “segreti” comunicativi della Chiesa, della sua capacità di saper cogliere il cambiamento in atto nei media e di abitarlo in maniera feconda. Nel corso della narrazione tanti gli intervistati, le figure chiave della comunicazione del Vaticano, tra cui Nataša Govekar, Alessandro Gisotti, Gregory J. Burke, Taddeus Jones e Francesco Sforza. Possiede senza dubbio un taglio fresco e dinamico il doc “Churchbook”. Raccontando evoluzione e utilizzo dei social media da parte del Papa e della Santa Sede, il film di Alice Tomassini esce dal binario del racconto istituzionale, di tipo convenzionale, per attivare una narrazione assolutamente agile e brillante, ben in linea con il linguaggio della Rete. Incisivo in questo è il montaggio di Cesare Cuppone – primo operatore papale –, cui si aggiunge un’attenta valorizzazione delle belle musiche composte da Andrea Guerra. Il documentario scorre dunque con grande ritmo e trasporto per 61 minuti. Nel corso della narrazione la regista alterna sguardi più classici, soprattutto durante le testimonianze degli esperti – passaggi però segnati da una fotografia e da una serie di inquadrature di grande eleganza e fascino –, a raccordi più emozionali o persino rock, mixando le immagini dell’archivio vaticano. Vediamo così Benedetto XVI e Francesco attraverso una carrellata di istantanee provenienti dall’archivio di Vatican Media, alcune più note (ma sempre di grande pathos), altre più ricercate o inedite (bellissime quelle in Sistina dopo l’elezione di Francesco al Soglio di Pietro, spiegate dal fotografo Francesco Sforza). È un’immagine pertanto molto bella quella della Chiesa che ci consegna il film “Churchbook”, una Chiesa protesa in uscita non solo sul territorio e verso le periferie, come indica sempre papa Francesco, ma anche lungo i sentieri digitali. Uno sguardo denso di fiducia che giunge da una regista giovane e indipendente, appunto Alice Tomassini, che rende bene l’idea di Chiesa che sa essere davvero comunità aperta e accessibile. Includente. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, poetico e adatto per dibattiti e approfondimenti in chiave educativo-pastorale.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni, anche in contesti educational e pastorali, per riflettere sul rapporto tra Chiesa cattolica e mass-media, e, in particolare, sulla sua presenza nei social-media.

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