CINEMA KOMUNISTO

Valutazione
Consigliabile, Realistico, dibattiti
Tematica
Cinema nel cinema, Politica-Società, Potere, Storia
Genere
Documentario
Regia
Mila Turajlic
Durata
101'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Serbia
Titolo Originale
Cinema Komunisto
Distribuzione
Cineclub Internazionale
Musiche
Nemanja Mosurovic
Montaggio
Aleksandra Milovanovic

Orig.: Serbia (2010) - Sogg. e scenegg.: Mila Turajlic - Fotogr.(Panoramica/a col.; b&n): Goran Kovacevic - Mus.: Nemanja Mosurovic - Montagg.: Aleksandra Milovanovic - Dur.: 101' - Produz.: Dragan Pesikan, Mila Turaljic, Iva Plemic, Dejan Petrovic, Goran Jesic.

Interpreti e ruoli

: Teva Petrovic (tutti nel ruolo di se stessi), Dragisa Gile Djuric, Aleksandr Leka Konstantinovic, Veljco Bulajic, Velimir Bata Zivojinovic, Dan Tana.

Soggetto

Alla ricerca di un sogno durato pochi decenni. Un viaggio attraverso i resti dell'industria cinematografica di Tito, osservando l'ascesa e la caduta dei una illusione cinematografica chiamata Jugoslavia. Gli anni della guerra mondiale, il dopoguerra, il 1948 quando Tito non esegue gli ordini di Stalin, il tentativo di costruire con la Avala Film, una città del cinema solida e duratura. La passione di Tito per il cinema e la testimonianza di Aleksandr Leka, che per 32 anni è stato il proiezionista di Tito e ha proiettato per lui qualcosa come 8801 film. Il passaggio a Belgrado di Hitchcock, della coppia Ponti/Loren, di Orson Welles, La nascita del festival del cinema jugoslavo all'Arena romana di Pola, oggi Croazia. L'ultima edizione del festival nel luglio 1991. Poi l'inizio della guerra in Jugoslavia.

Valutazione Pastorale

Realizzato nel 2010, il film comincia a circolare in Italia in questo 2015, in concomitanza con il 35esimo anniversario della morte di Tito e con il centenario della nascita di Orson Welles. "Nello scrivere il copione -dice la regista- ho concentrato l'attenzione nel legare le storie dei film e la loro realizzazione alla piè ampia storia della Jugoslavia...ho voluto fare affidamento sui film come strumento per raccontare la storia... ne ho raccolti circa 300...". Il metodi risulta azzeccato e vincente quando tramite un robusto lavoro di montaggio, le immagini raggiungono momenti di forte tensione emotiva e offrono la dimensione di una decadenza ingloriosa e di una fine che nessuno ha voluto impedire. Certo quel cinema era l'esatto corrispettivo di un clima assolutista e di un regime autoritario e far parlare alcuni superstiti con la commozione incombente e la nostalgia del passato forse non è l'approccio ideale. Ma siamo comunque dalle parti del vero, dentro quel socialismo che più aveva illuso e più ha lasciato macerie profonde. La chiusura del festival di Pola montata con la scena dell'inizio di una guerra terribile e fratricida ingenera infinite tristezze e profondo dolore. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, realistico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, meglio in situazioni mirate, anche per occasioni educational, per riflessioni sul rapporto, mai abbastanza studiato, tra potere e cinema, tra fiction e documentario.

Le altre valutazioni

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