
Orig.: Italia(2007) - Sogg.: liberamente ispirato al libro "Il nome del barbone" di Federico Bonadonna - Scenegg.: Francesco Maselli - Fotogr.(Panoramica/a colori): Felice De Maria - Mus.: Angelo Talocci - Montagg.: Olivia Orlando - Dur.: 80' - Produz.: Roberto Andreucci per A.K.S., Istituto Luce.
Interpreti e ruoli
Letizia Sedrick (Stella), Ornella Muti (Nina), Massimo Ranieri (Giuliano)
Soggetto
Tre episodi nella Roma di oggi. Stella, giovane etiope arrivata a piedi in Italia e finita a vivere in un container con pochi soldi di guadagno; Nina, rumena giunta in pullman a Verona e lasciata sola senza alcun aiuto; Giuliano, legatissimo al suo banco di frutta e verdura a Campo de' Fiori, caduto in crisi dopo la morte della madre e ora vagante per le strade.
Valutazione Pastorale
Ispirandosi ad un libro di Federico Bonadonna, Maselli sceglie tre storie come esemplari delle circa 10mila persone senza fissa dimora che ogni giorno vagano per Roma. A queste vanno aggiunti almeno 2000 barboni secondo una amara statistica che , per evidenti motivi é spesso difficilmente aggiornabile. Sono stranieri (extracomunitari) ma anche italiani; sono persone istruite o che vorrebbero avere una istruzione; sono, in ogni caso, esseri umani che vivono un dolore chiuso e silenzioso, quasi vinto dal pudore di farsi sentire. Sono cittadini meno fortunati e quindi più bisognosi, verso i quali va esercitato un aiuto non effimero o consolatorio ma vero, duraturo. Lo sguardo di Maselli cala severo e comprensivo su queste tristi realtà. E siamo tutti al suo fianco, ritenendo allo stesso tempo che poteva evitare la caduta finale nel didascalico, ossia nell'avere già individuato il colpevole di tutto. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in molte circostanze, come avvio alla riflessione sui temi, difficili e attuali, che propone.