COUS COUS

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Emigrazione, Famiglia, Lavoro, Rapporto tra culture
Genere
Commedia
Regia
Abdellatif Kechiche
Durata
150'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
La graine et le mulet
Distribuzione
Lucky Red
Montaggio
Ghalya Lacroix, Camille Toubkis

Orig.: Francia (2007) - Sogg. e scenegg.: Abdellatif Kechiche (adattamento e dialoghi: Abdellatif Kechiche, Ghalya Lacroix) - Fotogr.(Panoramica/a colori): Lubomir Bakchev - Mus.: - Montagg.: Ghalya Lacroix, Camille Toubkis - Dur.: 150' - Produz.: Claude Berri.

Interpreti e ruoli

Habib Boufares (Slimane), Hafsia Herzi (Rym), Faridah Benkhetache (Karima), Abdelhamid Aktouche (Hamid), Bouraouia Marzouk (Souad), Alice Houri (Julia), Cyril Favre (Serguei), Leila D'Issernio (Lilia), Abdelkader Djeloulli (Kader), Bruno Lochet (Mario), Sabrina Ouazani (Olfa), Olivier Loustau (Jose), Hatika Karaoui (Latifa), Nadia Taouil . (Sarah)

Soggetto

A Sete, cittadina portuale vicino a Marsiglia, il 60enne Beiji non sopporta più il lavoro sul cantiere. Per riprendere entusiasmo, e sopportare la presenza della ex moglie e dei figli, vorrebbe realizzare il proprio sogno: aprire un ristorante in un barcone attraccato al porto. Dopo innumerevoli traversie, il sogno sembra realizzarsi, ma la sera dell'inaugurazione un banale equivoco impone a Beiji una fatica non prevista. Costretto a rincorrere alcuni ragazzini che gli hanno rubato la bicicletta, Beiji accusa un infarto e muore.

Valutazione Pastorale

Questo terzo lungometraggio di Kechiche è molto più ambizioso dei precedenti ("Tutta colpa di Voltaire"; "La schivata", cfr.). Vorrebbe proporsi come un affresco sull'amara parabola di un poveraccio che cerca la felicità e, quando sembra averla raggiunta, se la vede sottratta da un cinico destino. I temi ci sono, il ritratto dell'immigrato e della sua larga famiglia é vivo e in più momenti palpitante. Peccato che troppa cinefilia prende la mano al regista, fino a portarlo alla esasperazione del proprio stile intimista. Ad un certo punto la m.d.p. e i dialoghi diventano i veri protagonisti, calando sui personaggi con pesante padronanza e togliendo loro il respiro necessario. Fino al finale, che cita esplicitamente "Ladri di biciclette" e si risolve in una accorata elegia degli ultimi. Un po' di compiacimento (vedi anche le due sequenze del pranzo, e del ballo finale) che non toglie la capacità di proporre situazioni molto vere e di farci partecipare a quelle difficoltà quotidiane ed esistenziale. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato per avviare riflessioni sui temi della multiculturalità in Francia, e in Europa. Qualche attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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