CUORE SACRO

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Adolescenza, Avidità, Denaro, Famiglia - genitori figli, Povertà-Emarginazione, Solidarietà-Amore, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Ferzan Ozpetek
Durata
117'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
Andrea Guerra
Montaggio
Patrizio Marone

Orig.: Italia (2004) - Sogg. e scenegg.: Gianni Romoli e Ferzan Ozpetek - Fotogr.(Scope/a colori): Gian Filippo Corticelli - Mus.: Andrea Guerra - Montagg.: Patrizio Marone - Dur.: 117' - Produz.: Tilde Corsi, Gianni Romoli in collaborazione con Medusa Film.

Interpreti e ruoli

Barbora Bobulova (Irene), Andrea Di Stefano (Giancarlo), Lisa Gastoni (Eleonora), Massimo Poggio (padre Carras), Camille Dugay Comencini (Benny), Gigi Angelillo (Aurelio), Erica Blanc (Maria Clara), Michela Cescon (Anna Maria), Elisabetta Pozzi (la psichiatra), Caterina Vertova (Angela), Stefano Santospago (Giorgio), Stefania Spugnini (Liliana), Paolo Romano (Alberto), Gianlorenzo Brambilla . (Guido)

Soggetto

Ancora giovane, Irene Ravelli ha ereditato dal padre un'attività immobiliare che ora, insieme alla zia Eleonora, guida con grande vigore e notevole profitto. Dopo la morte della mamma, il palazzo nel centro storico di Roma dove abitava è rimasto vuoto e Irene è ora decisa a trasformarlo per ricavarne tanti mini appartamenti. Un giorno per strada Irene incontra Benny, un'adolescente vivace e irrefrenabile, ladruncola ma anche dedita a portare buste con generi di prima necessità a persone che vivono quasi nascoste. Di lì a poco Benny muore, investita da una macchina mentre scappava. Irene assume su di sè la colpa di quella perdita e cambia del tutto atteggiamento. Entrata in contatto con padre Carras, la donna si affaccia per la prima volta sul mondo di quel volontariato che assiste i bisognosi. Abbandonato il primo progetto, nel palazzo di famiglia viene aperta una mensa per i poveri alla quale Irene si dedica a tempo pieno. Con grande disappunto della zia Eleonora, gli affari vengono del tutto messi da parte. Nella sua discesa verso gli ultimi della società, Irene avverte la necessità di spogliarsi di tutto ciò che possiede, fino a togliersi i vestiti in mezzo alla folla. Portata in ospedale, la psichiatra, dopo un pacato colloquio, stabilisce che Irene non è pericolosa né per sè né per gli altri e può tornare alla vita quotidiana.

Valutazione Pastorale

"Ho tentato di raccontare in forme laiche il bisogno di spiritualità che si sente in questo momento in tutto il mondo. E che magari prende forme di fanatismo, di esclusione dal contesto sociale. E' un film sul 'sacro' che é in tutti noi, ma non religioso". Così Ozpetek definisce l'accostamento che in questa sua nuova opera si verifica tra la protagonista e quella vasta, sommersa realtà dove i poveri abitano accanto ai 'nuovi poveri'. Va detto subito, per evitare equivoci, che il tema è forte, urgente, opportuno. C'è un'ampia fascia di società che vive difficoltà e bisogni crescenti ma non urla, non strepita anzi timidamente resta nascosta, per pudore e forse per un po' di vergogna. E' giusto andare incontro a uomini e donne che ci passano accanto tutti i giorni e non abbiamo tempo e voglia di vedere, ma il percorso deve essere misurato, aderente, condivisibile. La 'follia dell'altruismo' che si impadronisce di Irene avviene per strappi traumatici non sempre coerenti. Troppo saccente quella ragazzina tanto allegra quanto destinata a morte precoce; troppo rapido il passaggio di Irene da un mondo all'altro (perché una cinica donna d'affari entra così presto in crisi? e come mai nessuno all'improvviso la cerca più?). Situazioni e personaggi sembrano costruiti programmaticamente per dirci quello che dobbiamo capire. La Bergman rosselliniana di "Europa '51" cala su Irene e ne limita gli orizzonti, lasciandoci in attesa di momenti realistico-visionari che non arrivano. A prevalere é il taglio didascalico, quasi da testo scolastico. Resta, ed è giusto ripeterlo, l'importanza degli argomenti scelti e trattati comunque con coraggio da Ozpetek, per i quali il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, senz'altro problematico e adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in successive situazioni come avvio alla riflessione sui temi importanti sopra indicati.

Le altre valutazioni

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