DEATH RACE

Valutazione
Inaccettabile, violento
Tematica
Carcere, Violenza
Genere
Fantathriller
Regia
Paul W. S. Anderson
Durata
105'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Stati Uniti
Distribuzione
Universal Pictures Releasing Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Paul W.S. Anderson tratto dal film "Anno 2000 la corsa della morte"
Musiche
Paul Haslinger
Montaggio
Niven Howie

Orig.: Stati Uniti (2008) - Sogg.: tratto dal film "Anno 2000 la corsa della morte" (1975) - Scenegg.: Paul W.S. Anderson - Fotogr.(Scope/a colori): Scott Kevan - Mus.: Paul Haslinger - Montagg.: Niven Howie - Dur.: 105' - Produz.: Paula Wagner, Roger Corman, Jeremy Bolt.

Interpreti e ruoli

Jason Stratham (Jensen Armes), Joan Allen (Hennessey), Ian McShane (istruttore), Tyrese Gibson (Machine Gun Joe), Natalie Martinez (Case), Max Ryan (Pachenko), Jason Clarke (Ulrich), Frederick Koehler (Lists), Jacob Vargas (Gunner), Justin Mader . (Travis Colt)

Soggetto

In un vicino futuro, in un carcere di massima sicurezza, la direttrice costringe alcuni detenuti a partecipare ad una corsa con automobili fornite di lanciafiamme, mitragliatrici e altre armi letali. I concorrenti devono uccidersi l'un l'altro e al vincitore viene promessa la libertà. Jensen, pilota esperto, è appena stato arrestato con l'accusa di aver ammazzato la moglie. Non é vero, ma la direttrice ha inscenato tutto per farlo internare ed essere sicura di vincere la gara con un suo 'uomo'. Tutto per far salire gli indici di ascolto delle riprese televisive.

Valutazione Pastorale

Il taglio del racconto è affidato ad una velocità sfrenata, come le macchine che partecipano alla corsa: effetti speciali a catena, adrenalina a quintali, immagini plastche e suadenti, ralenti opportuni, clima da battaglia e sprazzi di intimità familiare. Ci sono tutti gli ingredienti per confezionare un prodotto tanto suadente quanto pericoloso. Sarà anche tutto finto, ma non basta il cartello finale che invita a non tentare di imitare quello che si vede per togliere la sensazione che si tratta di un racconto estremo artificioso e ingannevole, dove la violenza é padrona assoluta e la vita umana vale meno di zero, carne da macello per fare audience e garantire spettacolo. Deplorevole in questo senso la dichiarazione finale d'amore del protagonista per la propria figlioletta: fasulla, risibile, ridicola. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come inaccettabile e del tutto violento.

Utilizzazione

é da evitare sia in programmazione ordinaria che in altre occasioni. Moltissima attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD (il film non ha divieti).

Le altre valutazioni

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