DIARIO PER I MIEI FIGLI

Valutazione
Accettabile-riserve, Realistico
Tematica
Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Marta Meszaros
Durata
106'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Ungheria
Titolo Originale
NAPLO GYERMEKEIMNEK
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Marta Meszaros
Musiche
Zsolt Dome
Montaggio
Eva Karmento

Sogg. e Scenegg.: Marta Meszaros - Fotogr.: (normale/b.n.) Miklos Jansco Jr. - Mus.: Zsolt Dome - Montagg.: Eva Karmento - Dur.: 106' - Produz.: Mafilm, Budapest Studio

Interpreti e ruoli

Zsuzsa Czinkoczi (Juli), Anna Polony (Magda), Jan Nowicki (Janos), Tamas Toth, Pal Zolnay, Mari Szemes

Soggetto

Budapest, 1947. Un volo da Mosca riporta in Ungheria un gruppo di comunisti, esiliati o fuggiti dalla Patria. Magda, militante federalissima ed in ascesa nel partito, accoglie fratello e cognata (nonni di Juli), una adolescente di forte carattere. Juli ha perso i genitori (il padre, uno scultore, nel 1938 dopo un processo di stile stalinista e dell'uomo non si è saputo più nulla, la madre per malattia) e, nei ricordi di bambina vissuta in Unione Sovietica, non cessano di riaffiorare il volto di lui e la splendida bellezza materna. Anche per questo, e per il desiderio di ritrovarlo un giorno, Juli detesta l'idea di essere adottata da Magda (a suo tempo lasciata dal marito e senza figli), per cui fra le due i rapporti si fanno subito tesi. Un po' svogliata negli studi, la ragazza passa molte ore nei cinema (è affascinata dai film) e conosce Janos (un ingegnere comunista lui pure, ma tecnico di grande valore, già fuggito a Nantes e Francia, ora rientrato in Budapest con Andras, un figlio semiparalizzato). Janos protegge sempre la ragazza contro la durezza e il dogmatismo di Magda, che in seguito sale di rango e fa la direttrice di un carcere, con tanto di gradi militari. Decisa per la propria insofferenza a vivere da sola (lo dice anche ad Janos, ma alloggi non se ne trovano), Juli fugge ma, fermatala su di un treno, la polizia la riporta dalla compagna Magda, la quale, seppure non le faccia mancare nulla, si è fissata nell'idea dell'adozione ed esige che la ragazza studi e sia disciplinata. Juli e Andras visitano Janos in carcere. L'ingegnere è stato infatti arrestato e Juli lo ha visto solo di sfuggita in un corridoio del Tribunale durante il processo. Sulla ortodossia dell'uomo il regime nutre molti dubbi. Juli e il suo giovane amico vivono insieme, essa si occupa di lui, ma cerca di allargare la propria cultura, sempre nell'attesa di diventare appena possibile regista e coltivando la speranza di ritrovare quel padre sparito nel nulla, che adorava.

Valutazione Pastorale

La regista ungherese Marta Meszaros ha realizzato in forma di trilogia ben tre film: Diario per i miei figli – Diario per i miei amori – Diario per mio padre e mia madre. 360 minuti che concernono fatti nella cornice di un ventennio di vita moscovita e magiare sotto lo strapotere comunista. Con tutto il dovuto rispetto per quelle dolorose vicende e pur tenendo conto dell'accavallarsi di eventi storicamente innegabili, non si può non rilevare che in un solo film di due ore tutto poteva essere più validamente e stringatamente espresso. Vi sono accadimenti di immediata presa, ma anche molte reiterazioni. Ai copiosi inserti documentaristici si alternano episodi di minore interesse, momenti insistiti e perfino ingenuità narrative. La Storia conserva il suo interesse, gli orrori, le persecuzioni e la malvagità hanno il loro peso, ma la tegraggine finisce con lo stancare. Il plumbeo non rende mai e non sempre la essenzialità del racconto ne esce salvaguardata. Un problema non secondario, anche dal punto di vista puramente cinematografico, è dato dai ricordi infantili della protagonsita: sono pochi flash-back, che nella memoria e nel diario filmato di Juli riaffiorano con eccessiva insistenza, ovviamente sempre uguali e finiscono anch'essi con il manifestarsi fragili e pallidi, con un impatto psicologico più che modesto. Non si può negare che l'angoscia dell'atmosfera non sia rispettata: sono i vari rapporti familiari che appaiono trascinarsi stancamente, anche se all'inizio quello Magda-Juli (la questione dell'adozione) appariva come il più promettente. Alcuni dettagli sono o ripetitivi, o inutili. Dei tre film – girati in tempi diversi – solo il primo è in bianco e nero e, quanto a suggestione e realizzazione, risulta il più autentico, anche dal punto di vista formale. Buona è la descrizione ambientale ma, nonostante la lunghissima vicenda narrata, questa trilogia, pure ricca di passione politica, di furori, torture, vendette e paure, non offre mai – con la eccezione di una Messa natalizia – lampi di valori spirituali. Il solo personaggio più inciso che disegnato è quello di Magda. Non è per pregiudizio o cattiveria, ma bisogna pure aggiungere che la giovane interprete di Juli né per doti fisiche, né per spiccate qualità espressive appare l'ideale per le prestazioni che il ruolo richiedeva.

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