DISCONNECT

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Amicizia, Educazione, Famiglia - genitori figli, Giovani, Internet, Matrimonio - coppia, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Henry Alex Rubin
Durata
115'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Disconnect
Distribuzione
Filmauro
Musiche
Max Richter
Montaggio
Lee Percy, Kevin Tent

Orig.: Stati Uniti (2012) - Sogg. e scenegg.: Andrew Stern - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ken Seng - Mus.: Max Richter - Montagg.: Lee Percy, Kevin Tent - Dur.: 115' - Produz.: William Horberg, Marc Forster, Mickey Liddell, Jennifer Hilton.

Interpreti e ruoli

Jason Bateman (Rich Boyd), Hope Davis (Lydia Boyd), Frank Grillo (Mike Dixon), Michael Nyqvist (Stephen Schumacher), Paula Patton (Cindy Hull), Andrea Riseborough (Nina Dunham), Alexander Skarsgard (Derek Hull), Max Thierot (Kyle/boito i92), Colin Ford (Jason Dixon), Jonah Bobo (Ben Boyd)

Soggetto

Un avvocato sempre impegnato vive incollato al cellulare al punto di non riuscire a trovare tempo da dedicare alla moglie e ai due figli adolescenti. Un coppia in crisi usa internet come via d'uscita da un matrimonio reso difficile dalla perdita del figlio. Un ex poliziotto vedovo si scontra ogni giorno con il figlio che pratica bullismo in rete ai danni di un compagno di classe. Una giornalista ambiziosa ritiene di poter fare carriera, usando come scoop la storia di un ragazzino che si esibisce su siti per soli adulti. Quattro situazioni all'inizio separate si incrociano quando le conseguenze di iniziative mal valutate provocano dure conseguenze.

Valutazione Pastorale

Per il debutto nel LM, il regista Henry Alex Rubin (già candidato all'Oscar per il documentario "Murderball") sceglie un tema di forte attualità. "Ho scritto la sceneggiatura -spiega- dopo essermi reso conto di come oggi molta gente, durante pranzi o cene, tenga telefonini, tablet... sul tavolo e non smetta mai di usarli anche mentre mangia; le persone sono lì tutte insieme ma stranamente non sono presenti le une con le altre. La tecnologia che ci unisce in rete, può molto spesso scollegarci nella e dalla vita di tutti i giorni". A supporto di questa sensazione (quasi una convinzione), Rubin mette in scena quattro storie a vario livello abitate e poi inquinate da un distorto uso di quegli strumenti che dovrebbero rendere la vita quotidiana più semplice. Si comincia per motivi leggeri, quasi futili, come un gioco, e si finisce intrappolati in una gabbia che diventa senza uscita. Altri veramente scherzano con il fuoco e si illudono di poter controllare conseguenze che invece scappano di mano e creano grossi problemi. Certo gli approcci tematici hanno tutti toni di realismo e entrano in dimensioni dure e ostiche (il bullismo su internet a scuola, i siti erotici, il dolore di una mamma privata del figlio, l'arrivismo sconsiderato di una donna presa dalla carriera...). E' proposto dunque ampio materiale di riflessione, a fronte del quale va detto che la regia cede a poco a poco ad un improvvido cambio di registro, e dal dramma passa ad un sempre più marcato melò, con lacrime, pentimenti e voglia di riparare forse al di là del necessario. Ci voleva maggiore asciuttezza, ma resta comunque una storia che lancia precisi campanelli d'allarme e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, meglio, in occasioni mirate come avvio alla riflessione sui molti aspetti derivanti dall'uso, spesso improprio e fuori controllo, delle nuove tecnologie. Qualche attenzione è da tenere (il segmento relativo al ragazzo che si esibisce sul web) per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

Le altre valutazioni

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