DOBERMANN

Valutazione
Inaccettabile, malsano
Tematica
Genere
Thriller
Regia
Jan Kounen
Durata
99'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
DOBERMANN
Distribuzione
Medusa Film
Soggetto e Sceneggiatura
Joël Houssin. Liberamente tratto da "La Saga du Dobermann" di Joël Houssin
Musiche
Schyzomaniac
Montaggio
Béné

Sogg.: Liberamente tratto da "La Saga du Dobermann" di Joël Houssin - Scenegg.: Joël Houssin. - Fotogr.: (Scope/a colori) Michel Amathieu - Mus.: Schyzomaniac - Montagg.: Béné-dicte Brunet - Dur.: 99' - Produz.: Frédérique Dumas, Eric Névé Vietato ai minori degli anni quattordici

Interpreti e ruoli

Vincent Cassel (Dobermann), Tcheky Karyo (Sauveur Chritini), Monica Bellucci (Nat), Antoine Basler (Zanzara), Chick Ortega (Pitbull), François Levantal (Leo), Romain Duris (Manu), Dominique Bettenfeld, Stephane Metzger, Pascal Demolon, Marc Duret, Ivan Mérat-Barboff, Patrick Rocca, Roland Amstuz, Jean Lescot.

Soggetto

Nella Francia di oggi, Dobermann è un bandito che semina il ter-rore andando in giro a rapinare furgoni carichi di lingotti d’oro e banche. La sua banda assomiglia ad una congrega di pazzi furiosi, c’è Zanzara, nervoso e pronto ad estrarre la pistola appena qualcuno lo guarda storto, c’è Pitbull, gigante dall’aspetto gentile ora buono ora violentissimo, c’è il Padre, che spara granate e preghiere, ci sono Leo e Manu, due fratelli zingari, uno in stato di eccitazione, l’altro con molte fantasie sessuali, c’è Oliver, alias Sonia, studente di legge e travestito. E poi c’è Nat la zingara, la ragazza di Dobermann, muta, specializzata in esplosivi. Quando questa bella compagnia progetta un’ulteriore rapina in banca, il capo ispettore Christini non condivi-de i metodi morbidi della polizia e decide di passare all’azione. Secondo lui, la violenza dei banditi va combattuta con una violenza ancora superiore, infischiandosene di procedure e diritti. Così, tra sparatorie, assalti e feroci omicidi, Christini mette le mani su Dobermann. Ma, nel corso dell’insegui-mento, cade dalla macchina e muore strisciando sull’asfalto. Quindi Oliver decide di non essere più Sonia, la banda fa un funerale alla parrucca e poi riparte per altre imprese.

Valutazione Pastorale

girato con la tecnica dei videoclip, con un ritmo fre-netico di immagini montate in maniera serrata e incalzante, il film si risolve in un collage demenziale di una violenza esasperata e fine a sé stessa, un coacervo di effetti speciali creati apposta per fare vedere sangue e criminalità trionfante. Immagini di un sadismo gratuito e volutamente provocatorio accompagnano la storia dall’inizio alla fine, facendo solo stucchevole esteti-smo e vuoto formale. Dal punto di vista pastorale, la disumanità totale di situazioni e personaggi rende il film del tutto inaccettabile. Utilizzazione: da escludere dalla programmazione ordinaria e, si può aggiungere, anche da altri contesti, perchè il rovesciamento dei valori che mette in gioco diventa malsana proposta di una permanente scuola di delitto.

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