
Presentato fuori concorso alla 79a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia
Interpreti e ruoli
Florence Pugh (Alice), Harry Styles (Jack), Chris Pine (Frank), Gemma Chan (Shelley), Olivia Wilde (Mary), Nick Kroll (Bill), Timothy Simons (Dr. Collins)
Soggetto
USA anni ’60, Alice e Jack sono una coppia sposata che ha scelto di viere nella cittadina di Victory, fiorita come modello abitativo a ridosso di un centro di ricerca dove sono impiegati tutti gli uomini della zona. Alle donne spetta solo la cura della casa e dei figli. Quando una vicina della coppia mostra segni di malessere, denunciando manipolazioni da parte fondatore di Victory, Frank, Alice cerca di andare a fondo, minando la serenità familiare e la propria esistenza…
Valutazione Pastorale
È stato uno dei film più attesi e chiacchierati di Venezia79. È “Don’t Worry Darling”, esordio alla regia dell’attrice Olivia Wilde, racconto che omaggia nell’ambientazione l’America degli anni ’60, virando poi per la linea narrativa verso il thriller a sfondo distopico con un chiaro messaggio femminista. Nel cast, oltre alla stessa Wilde, Florence Pugh, Harry Styles, Chris Pine e Gemma Chan. La storia. Usa anni ’60, Alice (F. Pugh) e Jack (H. Styles) sono una coppia sposata che ha scelto di viere nella cittadina di Victory, fiorita come modello abitativo a ridosso di un centro di ricerca dove sono impiegati tutti gli uomini della zona. Alle donne spetta solo la cura della casa e dei figli. Quando una vicina della coppia mostra segni di malessere, denunciando manipolazioni da parte fondatore di Victory, Frank (C. Pine), Alice cerca di andare a fondo, minando la serenità familiare e la propria esistenza… Scritto da Katie Silberman, “Don’t Worry Darling” si snoda come un “The Truman Show” (1998) rielaborato in chiave femminista, dove gli uomini risultano incapaci di cogliere talento e indipendenza delle donne, che vorrebbero rinchiudere di nuovo nello stereotipo della perfetta casalinga americana. Il pregio di “Don’t Worry Darling” risiede, come indicato, nella messa in scena, che ricostruisce lo sfondo sociale e culturale degli Stati Uniti anni ’60. La regista combina atmosfere stilose, ammantate da una carica glem, per poi virare in un orizzonte psicologico claustrofobico e delirante. Il personaggio di Alice, reso con intensità e vigore da Florence Pugh (“Lady Macbeth”, “Piccole donne”, “Black Widow”), rappresenta l’emblema della donna che combatte per affermare la propria libertà di pensiero, parola e azione; una donna che il marito Jack, con l’inganno, cerca di ricondurre a una posizione subordinata, sottomessa, un modo bieco per “tutelare” il suo machismo in via di deterioramento. Senza addentrarci troppo nelle pieghe della storia, possiamo affermare che “Don’t Worry Darling” risulta un thriller esistenziale patinato, dallo sguardo femminista; un’opera curata e interessante, dalla costruzione però un po’ (troppo) farraginosa. Consigliabile, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Adatto per la programmazione ordinaria, è indicato per approfondimenti. Tra i temi in evidenza: donna, famiglia, società, libertà e media.