DUST

Valutazione
Discutibile, violento
Tematica
Avidità, Conflitti etnici, Denaro, Politica-Società, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Milcho Manchevski
Durata
127'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Germania, Gran Bretagna, Italia, Macedonia
Titolo Originale
Dust
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
Kiril Dzajkovski
Montaggio
Nic Gaster

Orig.: Gran Bretagna/Germania/Italia/Macedonia (2000) - Sogg. e scenegg.: Milcho Manchevski - Fotogr.(Scope/a colori): Barry Ackroyd - Mus.: Kiril Dzajkovski - Montagg.: Nic Gaster - Dur.: 127' - Produz.: History Dreams, Ena Film, Fandango in collaborazione con Medusa Film, Shadow Films.

Interpreti e ruoli

Joseph Fiennes (Elijah), David Wenham (Luke), Adrian Lester (Edge), Anne Brochet (Lilith), Rosemary Murphy (Angela), Nikolina Kujaca (Neda), Vlado Jovanovski . (l'insegnante)

Soggetto

Alla fine del ventesimo secolo, a New York, Edge, un ladro disperato di colore, entra nell'appartamento di una signora molto anziana con l'obiettivo di portare via una buona refurtiva. La donna però si mostra tutt'altro che indifesa, rovescia le parti e entra in colloquio con il ladro. Gli permetterà quindi di impossessarsi delle sue antiche monete d'oro solo se sarà disposto ad ascoltare una storia che forse la riguarda. Si torna allora indietro di circa cento anni, nello scenario selvaggio del West. Qui due fratelli si innamorano della stessa donna. Lei, Lilith, sceglie il minore, Elijah. Luke, il maggiore, molto amareggiato, decide di cambiare vita e si trasferisce in Europa. Per vari motivi, arriva in Macedonia, in un contesto territoriale dove domina la legge del più forte. Ben presto Luke si adegua alla situazione: diventa uno spietato mercenario e partecipa agli scontri sempre più cruenti tra le numerose bande locali. Qualcuno dice che si tratta di una rivoluzione. Luke non capisce, continua a sparare e ad uccidere. Si ritrova difronte Elijah, che ha sposato Lilith poi morta, sta per soccombere, quando Neda, una giovane insegnante incinta, lo salva da una morte sicura. Neda partorisce, poi a sua volta viene uccisa. Ora Eljiah prende in braccio la figlia di Neda. Un aereo passa sopra di lui, a simboleggiare il ritorno in America: quella neonata è la vecchia che ha iniziato a raccontare la storia.

Valutazione Pastorale

"Prima della pioggia", il primo film di Manchewski (nato a Skopje in Macedonia nel 1959), vinse il Leone d'oro a Venezia 1994 e ottenne convinti consensi a livello internazionale. Ci sono voluti sei anni al regista per trovare un nuovo copione. "L'ispirazione è arrivata -dice- quando mi sono accorto che l'iconografia della rivoluzione macedone delll'inizio del '900 é visivamente molto simile a ciò che é il selvaggio West o ancora di più alla rivoluzione messicana: uomini con barbe lunghe, ideali e fucili...Mi interessa il racconto frammentario, un'inquadratura per raccontare la storia e un'altra per rappresentare il tempo... La storia dipende sempre da chi la racconta o da chi la registra. Il vincitore scrive la storia...Io sono cresciuto con gli spaghetti-western e questo, probabilmente, si riflette nel film, anche se non ne avevo l'intenzione...Suppongo che lo si possa definire un 'Western ottomano' o forse, meglio, un eastern". Il racconto frammentario, così importante in "Prima della pioggia", torna in questo copione a segnare anche qui un procedere ciclico della Storia e degli avvenimenti. L'inizio nel buio della notte newyorchese è folgorante, ma le promesse non vengono tutte mantenute. I flashback tolgono respiro narrativo, nelle terre desolate della Macedonia va in scena un western che guarda più a Sergio Leone che a John Ford, segnato da una violenza a pelle con echi che rimandano a Sam Peckimpah. Ma il materiale é troppo sovrabbondante, troppo carico di simboli, troppo diviso tra realtà e iperrealismo, troppo facilmente diviso tra la guerra nei Balcani di ieri e quella combattuta ai giorni nostri, non meno sanguinaria. Uno scenario di violenza estrema e 'indifferente', stemperata da toni quasi da 'fumetto' e da una sorta di 'pietas' che diventa tratto unificante tra le vicende di ieri e il dialettico confronto tra la vecchia e il rapinatore di oggi. Film a corrente alternata dunque che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, evidenziandone appunto il tono spesso violento. UTILIZZAZIONE: in programmazione ordinaria, è consigliabile inserire il film in fasce più riservate ad un pubblico adulto. Attenzione sarà da prestare per i minori in caso di passaggi televisivi.

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