Enea

Valutazione
Complesso, Problematico, superficiale
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Amore-Sentimenti, Denaro, Dialogo, Droga, Educazione, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Giovani, Giustizia, LGBTQ+, Mafia, Male, Mass-media, Matrimonio - coppia, Media, Morte, Musica, Politica-Società, Potere, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Pietro Castellitto
Durata
117'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Enea
Distribuzione
Vision Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Pietro Castellitto
Fotografia
Radek Ladczuk
Musiche
Niccolò Contessa
Montaggio
Gianluca Scarpa
Produzione
Lorenzo Mieli, Massimiliano Orfei, Luca Guadagnino. Casa di produzione: The Apartment Pictures, Vision Distribution, Frenesy Film Company e Giovane Film

In Concorso all'80a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2023)

Interpreti e ruoli

Pietro Castellitto (Enea), Giorgio Quarzo Guarascio (Valentino), Benedetta Porcaroli (Eva), Chiara Noschese (Marina), Sergio Castellitto (Celeste), Giorgio Montanini (Oreste), Adamo Dionisi (Giordano), Matteo Branciamore (Gabriel), Cesare Castellitto (Simone), Paolo Giovannucci (Roberto), Clara Galanti (Madre di Valentino)

Soggetto

Roma, oggi. Enea è un ventenne che si muove in un contesto sociale agiato. È proprietario di un noto ristorante di sushi e trascorre le sue giornate presso un esclusivo circolo sportivo sul Tevere. Con il suo migliore amico Valentino percorre i locali della Roma notturna e insieme accettano di avventurarsi tra le maglie della criminalità, di darsi allo spaccio. Dopo aver smerciato un grosso carico di cocaina, la roulette della loro esistenza si inceppa…

Valutazione Pastorale

Romano classe 1991, Pietro Castellitto dopo alcuni ruoli come attore cinematografico dirige nel 2020 la sua opera prima “I predatori”, ottenendo a Venezia77 nella sezione Orizzonti il premio per la miglior sceneggiatura e a seguire il David di Donatello e il Nastro d’argento come miglior regista esordiente. A Venezia80 ha portato ora la sua seconda regia “Enea”, film di cui è anche interprete e sceneggiatore. Nel cast figurano: Giorgio Quarzo Guarascio, Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese, Giorgio Montanini, Adamo Dionisi, Matteo Branciamore, Cesare Castellitto e Sergio Castellitto. A produrre il film sono Lorenzo Mieli e Luca Guadagnino. La storia. Roma, oggi. Enea è un ventenne che si muove in un contesto sociale agiato. È proprietario di un noto ristorante di sushi e trascorre le sue giornate presso un esclusivo circolo sportivo sul Tevere. Con il suo migliore amico Valentino percorre i locali della Roma notturna e insieme accettano di avventurarsi tra le maglie della criminalità, di darsi allo spaccio. Dopo aver smerciato un grosso carico di cocaina, la roulette della loro esistenza si inceppa… “‘Enea’ – dichiara Pietro Castellitto – è un gangster movie senza la parte gangster. Una storia di genere senza il genere. La componente criminale del film viaggia silenziosa su un binario nascosto, e sopraggiunge improvvisa nelle fessure dei rapporti quotidiani, sconvolgendo i protagonisti ignari”. Il regista dà la linea del suo racconto, rimarcando come l’elemento centrale nel suo film non sia il tema della criminalità, bensì il disagio giovanile e la crisi della famiglia borghese. Racconta in particolare la traiettoria umana di due amici, Enea e Valentino, che provano a vivere intensamente, a caccia di sentimenti inebrianti ed emozioni forti, probabilmente per liberarsi dal torpore che colgono nei propri genitori, ritratti come dei vinti. E se la famiglia di Valentino è implosa in una sequela di divorzi e depressioni, quella di Enea – bravissimi Chiara Noschese e Sergio Castellitto – sembra ammaccata ma capace di reggere con amore autentico all’erosione provocata da una società sedotta dalle apparenze. Pietro Castellitto dimostra di certo talento, sia nella scrittura che nella regia, con uno stile evidente e grintoso, capace di comporre un racconto dinamico e al contempo con sguardi profondi. A ben vedere, però, “Enea” inciampa in una narrazione sovraccarica, che apre a dispersioni e a deragliamenti problematici non sempre necessari e con alcuni passaggi, visivi e verbali, che non si possono condividere (in particolare il banale e deplorevole ricorso alla bestemmia, più volte ripetuta). Aspetti che sottraggono efficacia e spessore a un racconto sociale sfaccettato e dolente, segnato qua e là da riflessioni interessanti. Peccato. Film complesso, problematico-superficiale.

Utilizzazione

Per i temi e il linguaggio in campo, il film richiede un pubblico adulto.

Le altre valutazioni

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