Fortuna

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Abusi sui minori, Bambini, Cronaca, Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli
Genere
Drammatico
Regia
Nicolangelo Gelormini
Durata
108'
Anno di uscita
2021
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Fortuna
Distribuzione
I wonder pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Nicolangelo Gelormini, Massimiliano Virgilio
Fotografia
Agostino Vertucci
Montaggio
Nicolangelo Gelormini
Produzione
Davide Azzolini

Interpreti e ruoli

Valeria Golino (Rita/Gina), Pina Turco (Gina/Rita), Cristina Magnotti (Nancy/Fortuna), Libero De Rienzo (Pietro), Giovanni Ludeno (Mimì), Anna Patierno (Rosalba)

Soggetto

Fortuna è una bambina di 6 anni che vive con la madre in un casermone della periferia di Napoli. Fortuna non parla, vive in un mondo tutto suo nel quale si chiama Nancy ed è una principessa aliena in attesa di tornare sul suo pianeta. Le sue giornate passano lente e monotone tra le sedute dalla psicologa della Asl e i giochi sul terrazzo condominiale in compagnia di Anna e Nicola.

Valutazione Pastorale

Presentato alla Festa del Cinema di Roma è uscito il 27 maggio 2021 nelle sale italiane “Fortuna”, primo lungometraggio di Nicolangelo Gelormini. La storia. Nancy, sei anni, vive con gli amorevoli genitori in un grande e triste condominio dell’hinterland napoletano, fatto di corridoi interminabili e angoli bui. Chiusa da qualche tempo in un ostinato mutismo la bambina viene periodicamente accompagnata dalla madre (Valeria Golino) da una distratta e scostante psicologa (Pina Turco).Tutti i pomeriggi, poi, gioca sul terrazzo condominiale con i suoi amici: Anna, fantasiosa e intraprendente, e Nicola, minuto e impacciato, vittima delle angherie di alcuni ragazzini più grandi. Qualcosa, però, non torna. Man mano che il racconto procede la trama si fa più complicata, crescono discrepanze e piccole incongruità fino alla “rivelazione”: madre e psicologa si sono “scambiate” i ruoli. La psicologa, a questo punto interpretata da Valeria Golino, attenta e intuitiva, cerca di capire che cosa sta succedendo. La madre, Pina Turco, è invece una sbandata, troppo concentrata su se stessa, poco presente, più innervosita che preoccupata del mutismo della figlia. Il padre è in prigione. Fortuna, questo è il vero nome della bambina, è sola, così come soli sono i suoi amici, privi di qualsiasi sostegno in contesti familiari degradati e delinquenziali. Abbandonati a se stessi, i bambini si difendono come possono, “prigionieri” dello squallido palazzo in cui vivono e di un segreto troppo grande. “Fortuna” è costruito come una sorta di favola nera, sullo stile per intenderci di “Favolacce”, film del 2020 dei fratelli D’Innocenzo, dove i bambini subivano il disfacimento delle figure genitoriali, anche qui inconsistenti, quando non complici. Il regista Nicolangelo Gelormini, però, appesantisce eccessivamente la storia, rendendola troppo macchinosa e contorta. Disorienta lo spettatore per buona parte del film, offrendogli i contorni nebulosi e indistinti di un sogno che si trasforma in un incubo e, lo scopriremo solo alla fine, in una tragica realtà (il film è ispirato alla storia di Fortuna Loffredo, una bambina di sei anni gettata dal terrazzo del condominio per aver cercato di ribellarsi alle violenze di un vicino di casa). Questo non toglie nulla alla denuncia potente di cui il film si fa carico, con passione e pudore. Dal punto di vista pastorale il film “Fortuna” è da valutare come complesso, problematico e per dibattiti, adatto per un pubblico adulto.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Per la delicatezza del tema trattato la visione è da riservare a un pubblico maturo.

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