Interpreti e ruoli
Léa Seydoux (France de Meurs), Juliane Kohler (Mme Arpel), Benjamin Biolay (Fred de Meurs), Blanche Gardin (Lou), Emanuele Arioli (Charles Castro), Marco Bettini (Lolo), Gaetan Amiel (Joseph de Meurs)
Soggetto
Brillante e affermata giornalista di un network televisivo, France de Meurs vive freneticamente sempre compressa tra il lavoro, un servizio su un terreno di guerra, e una vita sentimentale decisamente confusa. Quando in un banale incidente nel traffico, investe un ragazzo che andava a lavorare, il suo mondo di colpo vacilla…
Valutazione Pastorale
Bruno Dumont è un autore eccentrico e irrequieto. Con il primo film, “L’età inquieta”, girato a 38 anni nel 1997, dice chiaramente che non ha intenzione di raccontare cose scontate, e infatti la vicenda deflagra in una serie di forti provocazioni anche visive. Più volte presente al Festival di Cannes, raggiunge un punto di non ritorno quando nel 2003 viene selezionato dalla Mostra di Venezia con “29 Palms”, dramma esistenziale dalle situazioni estreme, girato nel deserto della California. Si tratta di titoli che scontano la difficoltà dello svolgimento con un esito commerciale decisamente modesto. Tuttavia Dumont gira ancora altri film, fino a questo di oggi, “France”, ritratto difficile e confuso di una giovane donna, piena di sé, sicura e sostanzialmente carica di una indistruttibile volontà, che un giorno per caso investe un giovane, figlio di immigrati, e si ritrova incapace di gestire l’accaduto. Tutto quello che segue va diviso tra immaginazione e realtà, tra una messa in scena e la sua sublimazione. Dumont sposta la proiezione della storia dallo schermo al cinema digitale, riflette sulla portata dei meccanismi del sistema mediatico e parla di cinematografia dell’attualità, e di dilemma degli eroi. Il tutto per 133’ ingenerando una lunga sequela di interrogativi, che restituiscono un “sistema” linguistico-espressivo chiuso, enigmatico, a tratti anche affascinante, ma denso di domande. Alla fine, della protagonista (una Lèa Seydoux bella, fredda e distante) non sappiamo molto più che all’inizio. Dumont continua ad essere un autore da disprezzare e da adorare. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, per un pubblico attento ai complicati meccanismi del cinema che guarda al presente e ai suoi risvolti con l’occhio della metafora e dell’incontro tra grazia e orrore.