FRANCESCA

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia, Lavoro, Politica-Società, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Bobby Paunescu
Durata
100'
Anno di uscita
2009
Nazionalità
Romania
Titolo Originale
Francesca
Distribuzione
Fandango
Musiche
Iulia Olteanu, Petru Birladeanu
Montaggio
Ioachim Stroe

Orig.: Romania (2009) - Sogg. e scenegg.: Bobby Paunescu - Fotogr.(Normale/a colori): Andrei Butica - Mus.: Iulia Olteanu, Petru Birladeanu - Montagg.: Ioachim Stroe - Dur.: 100' - Produz.: Bobby Paunescu, Cristi Puiu.

Interpreti e ruoli

Monica Birladeanu (Francesca), Dorian Boguta (Mita), Luminita Gheorghiu (Ana), Teodor Corban (Ion), Doru Ana (Nosul), Dana Dogaru ( il padrino), Mihai Dorobantu (Elena), Dan Chiriac (Remulus), Isabela Neamtu (Zana), Ion Sapdaru . (Maria), Alina Berzunteanu . (Pandele)

Soggetto

Maestra in un asilo di Bucarest, la 30enne Francesca, che vive con la mamma, va dal padre per annunciargli l'intenzione di emigrare in Italia, dove le é stato offerto un lavoro di assistente presso un anziano vicino a Milano. Il suo obiettivo però è quello di aprire un asilo anche in Italia. Nonostante l'uomo cerchi di scoraggiarla, sottolineando l'intolleranza degli italiani verso i rumeni, Francesca sembra ormai pronta per partire. A tenerla in ansia é l'atteggiamento del suo fidanzato Mita. Pressato dalla ragazza, Mita confessa di aver preso soldi in prestito e di essere ormai braccato dagli strozzini. Francesca allora raccoglie in breve una somma per limitare il debito, e decide di partire. Ma sul pullman per l'Italia, una chiamata di Mita la costringe a scendere e a tornare a casa.

Valutazione Pastorale

Nato a Bucarest nel 1974, Paunescu ha passato gran parte della sua infanzia in Italia e si è laureato in management e marketing in un collegio di Lugano. Questo suo esordio nel LM è interessante perché racconta i rumeni visti dai rumeni stessi. Nessuna interferenza, nessuno che arriva da fuori e dice di aver capito tutto. Il taglio del racconto, asciutto e essenziale, restituisce un cinema che, rinunciando (anche per motivi di budget) ad artifici e effetti speciali, resta sull'essenzialità delle cose, poggia sulla concretezza di persone e oggetti: arrivando ad una sorta di neorealismo che diventa denuncia di uno stato delle cose. Mancanza di ideali, sfruttamento della donna, violenza interna, dilagare dei luoghi comuni sugli 'altri'. Un piccolo affresco scarno sul quotidiano, senza retorica né compiacimenti. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come occasione per avviare riflessioni sui molti temi che propone. Qualche attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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