FUOCOAMMARE

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Adolescenza, Mare, Metafore del nostro tempo
Genere
Documentario
Regia
Gianfranco Rosi
Durata
108'
Anno di uscita
2016
Nazionalità
Francia, Italia
Titolo Originale
Fire at the Sea
Distribuzione
Istituto Luce Cinecittà e 01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
da un'idea di Carla Cattani Gianfranco Rosi
Fotografia
Gianfranco Rosi
Musiche
brani di autori vari e tradizionali
Montaggio
Jacopo Quadri
Produzione
Gianfranco Rosi, Donatella Palermo, Serege Lalou, Camille Laemlè

Orso d'oro al 66° Festival Internazionale del Cinema di Berlino (2016)

Soggetto

In "Fuocoammare" Gianfranco Rosi racconta di Samuele, adolescente di 12 anni che va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Parlare di caccia è certo una contraddizione, perché intorno a Simone c'è solo mare, c'è un'isola circondata dal mare: l'isola di Lampedusa dove negli ultimi venti anni sono approdati migliaia di migranti in cerca di libertà...

Valutazione Pastorale

Mostra di Venezia 2013, la giuria presieduta da Bernardo Bertolucci premia con il Leone d'Oro Gianfranco Rosi, E' una data che segna un prima e un dopo nel rapporto tra cinema e immagini. Il film premiato è "Sacro GRA", un documentario, un'operazione nella quale la macchina da presa indaga il reale e le sue contraddizioni. Sembra un azzardo,ma per Rosi è l'inizio di un dialogo più che fervido con la 'vita' e il 'mondo'. Va a Lampedusa, Rosi, vi si ferma più di un anno, elabora una conoscenza che diventa materiale da far crescere, su cui costruire sensazioni, immaginazioni, fare alternative di vero. "Fuocoammare" è ciò che ripete una signora anziana a Samuele, ricordando il tempo del dopoguerra. "Si sparava, c'era il fuoco sul mare". E una canzone parte e si spande attraverso l'etere, annunciata da un generoso speaker, che porta aiuto e soccorso ai marinai al largo. Per molto tempo, l'isola è testimone muta di fatti e avvenimenti. Uomini e persone sono osservati in una quotidianità modesta e spicciola. C' aria di tempo andato, di atmosfere difficili da cogliere, poi all'improvviso arrivano le cure mediche di affrontare, l'occhio pigro che fa i capricci, il medico che visita il bambino con pazienza, metodo, passione. Poi arrivano anche i 'migranti', che abitano i barconi in ogni spazio possibile, anche quelli terribili sotto il livello del mare, dove l'aria è irrespirabile e le reazione diventa negazione di libertà. Uomini, donne, bambini, ma se questi sono uomini, allora gli altri cosa sono? Si prega, si piange, si alza lo sguardo in alto. Laddove il mondo è vasto e insieme stretto, piccolo. Non si vede la fine, non si tocca con mano la realtà delle cose: finchè qualcuno si apre e si ricorda di essere vicino a quella che chiamano umanità. Stringersi intorno ad un mare tanto bello quanto minaccioso, fotografare cose, persone, parole, far parlare il silenzio, dire meno cose possibili. Così il documento diventa testimone muto per noi e per la nostra sottrazione di senso. Eppure Samuele, che ha 12 anni, crescerà in quei luoghi. E noi lo aiuteremo. O forse lui aiuterà noi a migliorare. Con il cinema del futuro, che guarderà a fondo le cose e ne lascerà andare i percorsi più impervi. Il cinema del 'vero', quello che cerca la verità e spacca la realtà fino all'invisibile. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e da affidare a dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come occasioni di riflessione sul cinema strumento di indagine e veicolo di verit&agrave.

Le altre valutazioni

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