FUORI DAL CORO

Valutazione
Consigliabile, grossolanità
Tematica
Amicizia, Famiglia - genitori figli, Gangster, Lavoro
Genere
Noir
Regia
Sergio Misuraca
Durata
95'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Microcinema
Musiche
Lello Analfino
Montaggio
Andrea Bonanni

Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Sergio Misuraca - Fotogr.(Scope/a colori): Giuseppe Pignone - Mus.: Lello Analfino - Montagg.: Andrea Bonanni - Dur.: 95' - Produz.: Sciò Produzioni in associazione con Movie Sound Editor.

Interpreti e ruoli

Dario Raimondi (Dario), Alessandro Schiavo . (Tony), Alessio Barone (Nicola), Ivan Franek (Pancev), Aurora Quattrocchi (Maria), Emanuela Mulè (Giovanna), Roberta Procida (Angioletta), Salvo Piparo (Pidocchio), Antonello Puglisi (Palminteri), Consuelo Lupo (Francesca), Sergio Vespertino (Rosario), Marta Richeldi . (Silvia)

Soggetto

Giovani siciliani disoccupati, Dario e Nicola trascorrono le giornate tra spinelli, giri in motorino e la prediletta arte di arrangiarsi. Dario, neolaureato, accetta, in cambio della promessa di segnalazione per un lavoro, di andare a Roma a consegnare una misteriosa busta chiusa. Un compito semplice che però finisce per andare storto e scatena infiniti contrattempi...

Valutazione Pastorale

Sergio Misuraca tra il 1994 e il 1998 ha vissuto a Los Angeles. "Lì il cinema –dice- si respira ad ogni angolo di strada. Quando sono tornato mi è tornata la voglia di girare una storia che avevo pensato 5/6 anni prima". L'esordio è all’insegna di un doppia anima: commedia e pulp. L'obiettivo è sfruttare da un lato il ricchissimo scrigno della commedia degli equivoci e degli imbarazzi (sulla scorta di tanti illustri precedenti al cinema, da Germi a Damiani), dall’altro quello di un approccio più misterioso e imprevisto, affrontando a viso aperto divagazioni tendenti alla violenza, alla vendetta, con spruzzate appunto di pulp. Il risultato è, quasi inevitabilmente, a corrente alternata. In realtà il legame tra i due amici dal carattere opposto (Nicola superficiale e cinico, Dario timido e imbranato) funziona fino a quando non scoccano le scintille del cambio di passo narrativo. Dopo la trasferta romana infatti i percorsi si dividono, i personaggi si confondono, qualche intervento appare un po’ sbrigativo e spiccio. Cede qualcosa la compattezza del copione, riesce a restare invariata la cornice di fondo, la Sicilia tra Terrasini e dintorni colta in esterni giusti e appropriati. Il finale è all'insegna di una vera ecatombe, in stile Padrino. Le ambizioni di Misuraca sono molte e senza esagerare potrebbero essere messe meglio a fuoco in seguito. I cambi di registro della trama prevedono un sottofinale dopo i titoli di coda. Forse a sorpresa per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e segnato da qualche grossolanità.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in successive occasioni come opera prima italiana che prova ad agitare un po' i ritmi stereotipati della commedia di costume.

Le altre valutazioni

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