Gli spiriti dell’isola

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Animali, Dialogo, Dolore, Donna, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Guerra, Letteratura, Metafore del nostro tempo, Morte, Musica, Politica-Società, Povertà, Psicologia, Storia, Tematiche religiose, Violenza
Genere
Commedia, Drammatico, Satirico, Storico
Regia
Martin McDonagh
Durata
109'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti
Titolo Originale
The Banshees of Inisherin
Distribuzione
Searchlight Pictures, Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Martin McDonagh
Fotografia
Ben Davis
Musiche
Carter Burwell
Montaggio
Mikkel E.G. Nielsen
Produzione
Martin McDonagh, Graham Broadbent, Peter Czernin. Casa di produzione: Blueprint Pictures, Film 4, Metropolitan Films International, Searchlight Pictures

In Concorso alla 79a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2023, premio miglior sceneggiatura e Coppa Volpi Colin Farrell), il film ha ottenuto 9 candidature alla 95ma edizione dei Premi Oscar (2023)

Interpreti e ruoli

Colin Farrell (Padraic ), Brendan Gleeson (Colm), Kerry Condon (Siobhán), Barry Keoghan (Dominic Kearney)

Soggetto

Irlanda 1923. Sull’isola di Inisherin vive il mite Padraic insieme alla sorella Siobhán. Padraic conduce un’esistenza serena, senza troppi sussulti, prendendosi cura degli amati animali, tra cui l’asinello Jenny. Il suo appuntamento fisso è la pinta di birra al pub insieme all’amico Colm. All’improvviso Colm si rifiuta di trascorrere del tempo con lui, rivelando aperta ostilità…

Valutazione Pastorale

Con “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” aveva conquistato la Mostra del Cinema nel 2017 aprendosi poi la strada agli Oscar (miglior attrice Frances McDormand e attore non protagonista Sam Rockwell, 7 candidature in tutto). A distanza di cinque anni il regista anglo-irlandese Martin McDonagh si è ripresentato in Concorso a Venezia79 con “The Banshees of Inisherin” (in Italia “Gli spiriti dell’isola”), racconto storico-favolistico condito di malinconia e umorismo nero, dove l’autore ritrova gli attori Colin Farrell e Brendan Gleeson, già nel suo lungometraggio “In Bruges” (2008). Il film ha ottenuto al Lido il riconoscimento per la miglior sceneggiatura e la Coppa Volpi per l'attore protagonista Colin Farrell; e sempre da Venezia è partita una nuova corsa agli Oscar, la 95ma edizione degli Academy Award (2023), conquistando ben 9 candidature di peso, tra cui quelle per miglior film e regista. Con “Gli spiriti dell’isola”, dunque, Martin McDonagh sorprende nuovamente, cambiando ancora una volta sfondo narrativo. Dopo i successi “In Bruges” (2008), “7 psicopatici” (2012) e “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, si presenta con una storia ambientata nell’Irlanda degli anni ’20, durante la stagione della guerra civile. La storia. Irlanda 1923. Sull’isola di Inisherin vive il mite Padraic (Colin Farrell) insieme alla sorella Siobhán (Kerry Condon). Padraic conduce un’esistenza serena, senza troppi sussulti, prendendosi cura degli amati animali, tra cui l’asinello Jenny. Il suo appuntamento fisso è la pinta di birra al pub insieme all’amico Colm (Brendan Gleeson). All’improvviso Colm si rifiuta di trascorrere del tempo con lui, rivelando aperta ostilità: non lo vuole più vedere. Perplesso e affranto, Padraic fa di tutto per scoprire la causa del cambiamento di rotta dell’amico. Un “accanimento” affettivo che produrrà non poche perturbazioni sulla quotidianità dell’isola… Così ha sottolineato il protagonista Colin Farrell: “Non stiamo semplicemente raccontando la storia di persone che vivono su un’isola. L’esplorazione della fedeltà, dell’amicizia, della separazione, della solitudine, della tristezza, della morte, del dolore e della violenza: sono sentimenti estremamente umani con cui possiamo identificarci e da cui siamo tutti stati toccati”. Affascina, e molto, “Gli spiriti dell'isola”, lasciando anche un po' interdetti . La regia di McDonagh è presente e vigorosa, proponendo soluzioni descrittive di grande suggestione; lavora poi con accuratezza, in chiave introspettiva, sui personaggi del mite Padraic e del solitario Colm, che i due attori Farrell e Gleeson tratteggiano con bravura. In particolare, è Farrell a convincere di più mettendo in campo corde espressive dolci e vulnerabili. Il film si colloca in un momento preciso della storia irlandese, la guerra civile, un conflitto che non arriva mai sull’isola di Inisherin, ma di fatto risuona nell’opposizione sorda tra i due ex amici. Scandito da richiami folcloristici e religiosi, il racconto si dipana in maniera acuta, anche se a ben vedere McDonagh incede con un’ambiguità a tratti esasperante sull’origine della lite tra i due. “The Banshees of Inisherin” possiede elementi tematico-valoriali di indubbio valore, ma qua e là rischia di smarrire senso e pathos a favore di un taglio stilistico-narrativo estetizzante. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Indicato per la programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito. Per i temi in campo e lo stile narrativo utilizzato, il film è indicato per adulti.

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