Gli Stati Uniti contro Billie Holiday

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Arte, Cronaca, Donna, Droga, Emarginazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Giustizia, Metafore del nostro tempo, Musica, Povertà, Razzismo, Solidarietà, Violenza
Genere
Biografico, Drammatico
Regia
Lee Daniels
Durata
126'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The United States vs. Billie Holiday
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Suzan-Lori Parks
Fotografia
Andrew Dunn
Musiche
Kris Bowers
Montaggio
Jay Rabinowitz
Produzione
Jordan Fudge, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Tucker Tooley, Pamela Oas Williams, Jeremy Allen, Mark Bomback, Cassian Elwes, George Parra, Hilary Shor. Casa di produzione: Lee Daniels Entertainment, New Slate Ventures, Roth/Kirschenbaum Films

Candidata ai Premi Oscar come miglior attrice nel 2021, Andra Day ha ottenuto il Golden Globe come miglior attrice drammatica nello stesso anno

Interpreti e ruoli

Andra Day (Billie Holiday), Trevante Rhodes (Jimmy Fletcher), Garrett Hedlund . (Harry J. Anslinger ), Natasha Lyonne (Tallulah Bankhead), Da'Vine Joy Randolph (Roslyn), Tyler James Williams (Lester Young), Rob Morgan (Louis McKay), Dana Gourrier (Sadie), Evan Ross (Sam Williams), Leslie Jordan (Reginald Lord Devine)

Soggetto

New York, 1939. Al Café Society nel quartiere Greenwich Village la venticinquenne Billie Holiday per la prima volta canta il brano “Strange Fruit” dello scrittore ebreo-russo Abel Meeropol, dove al centro del testo c’è la questione dei linciaggi ai danni dei neri nel Sud degli Stati Uniti. Ben presto la canzone diventa un simbolo di opposizione...

Valutazione Pastorale

“Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” (al cinema) L’intensità della voce della cantane Andra Day emoziona, e non poco, nel film “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” di Lee Daniels, biopic sulla raffinata interprete Jazz-Blues Billie Holiday, dalla vita segnata da sconfortanti e ripetuti affanni, dipendenze e violenze. Una donna divenuta simbolo nella lotta contro il razzismo imperante e contro gli episodi di linciaggio, denunciati nella sua canzone “Strange Fruit”. La storia. New York, 1939. Al Café Society nel quartiere Greenwich Village la venticinquenne Billie Holiday per la prima volta canta il brano “Strange Fruit” dello scrittore ebreo-russo Abel Meeropol, dove al centro del testo c’è la questione dei linciaggi ai danni dei neri nel Sud degli Stati Uniti (lo strano frutto è il corpo morto di un uomo appeso a un albero, dopo le violenze). Ben presto la canzone diventa un simbolo di opposizione. Questo la mette immediatamente contro l’agente della narcotici Harry J. Anslinger (Garrett Hedlund), che decide di pedinare con ossessione la donna, facendola arrestare. È l’inizio di un lungo periodo di vessazioni, dinanzi alle quali la Holiday dà battaglia, soprattutto con la sua inconfondibile voce… A scrivere la sceneggiatura è la drammaturga Premio Pulitzer Suzan-Lori Parks, mentre alla regia troviamo Lee Daniels, autore di “Precious” (2009) e “The Butler” (2013), da sempre attento alla questione dei diritti degli afroamericani. Punto di forza della storia è quello di riuscire a riportare attenzione sulla travagliata esistenza e sullo straordinario talento di Billie Holiday. Il regista compone il suo ritratto in maniera intensa, coinvolgente, persino anche disturbante: nel voler rendere la fragilità e il tormento dell’artista, ci conduce nelle stanze della sua mente, dei suoi ricordi, esposti a ogni tipo di contaminazione. Un ritratto livido, sofferto, che però trova grazia e poesia quando Andra Day intona i brani della Holiday, svelando tutta la raffinatezza della sua voce. Daniels non risparmia nulla della storia, mostrando anche raccordi asciutti ed espliciti – del resto è la cifra dell’autore pensando proprio a “Precious” – non privando però l’opera di suggestioni più eleganti e ricercate. Nel racconto trova posto anche una linea romance, il legame tra la Holiday e l’agente Jimmy Fletcher (Trevante Rhodes), prima suo fermo oppositore e poi capitolato al suono della sua voce. Un amore che la Holiday non riesce purtroppo a vivere, perché incapace di gestire la condivisione di un sentimento così delicato e pulito, lei che è sempre stata esposta a violenze, percosse e soprattutto agli abusi da parte degli uomini… Sfaccettato, sofferente, a tratti confuso, “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” è un film consigliabile, problematico e per dibattiti. Indicato per adulti.

Utilizzazione

Da utilizzare per le programmazione ordinaria e per occasioni di dibattito sulla vita dell'artista Billie Holiday, ma anche per approfondire il tema del razzismo e dell'emarginazione sociale. Per i temi in campo, il film è adatto per un pubblico adulto.

Le altre valutazioni

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV