GRAZIE PER LA CIOCCOLATA

Valutazione
Accettabile-riserve, problematico
Tematica
Donna, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Psicologia
Genere
Commedia
Regia
Claude Chabrol
Durata
99'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Francia, Svizzera
Titolo Originale
Merci pour le chocolat
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Claude Chabrol, Caroline Eliacheff tratto dal romanzo 'Et merci pour le chocolat' di Charlotte Armstrong
Musiche
Mathieu Chabrol
Montaggio
Monique Fardoulis

Orig.: Francia/Svizzera (2000) - Sogg.: tratto dal romanzo 'Et merci pour le chocolat' di Charlotte Armstrong - Scenegg.: Claude Chabrol, Caroline Eliacheff - Fotogr.(Panoramica/a colori): Renato Berta - Mus.: Mathieu Chabrol - Montagg.: Monique Fardoulis - Dur.: 99' - Produz.: Marin Karmitz.

Interpreti e ruoli

Isabelle Huppert (Marie-Claire Muller Polonski), Jacques Dutronc (André Polonski), Anna Mouglalis (Jeanne Pollet), Rodolphe Pauly (Guillaume Polonski), Brigitte Catillon (Louise Pollet), Michel Robin (Dufreigne), Mathieu Simonet . (Axel)

Soggetto

André Polonski, pianista, e Mika Muller, presidente dell'industria del cioccolato Muller, si sposano per la seconda volta a Losanna dopo una precedente e brevissima unione risalente a quasi venti anni prima. Andrè in seguito aveva preso in moglie Lisbeth, dalla quale ha avuto il figlio Guillame che ora vive con loro. Sei anni dopo il matrimonio Lisbeth era morta in un incidente automobilistico. Intanto in un locale sul lago, la giovane Jeanne Pollet, aspirante pianista, apprende per caso di avere rischiato di essere scambiata in clinica il giorno della sua nascita con Guillame. Un po' turbata, un po' incuriosita, Jeanne si reca alla grande villa dei Polonski, riferisce ad Andrè del mancato scambio e gli strappa la promessa di andare da lui a lezione in preparazione di un concorso di pianoforte a Budapest. Mika accoglie con gentilezza la ragazza e le offre una cioccolata preparata in un thermos. Messo sull'avviso da Jeanne, Alex, il suo fidanzato, scopre in laboratorio che nella cioccolata ci sono tracce evidenti di un potente sonnifero. Guillame invece subisce molto la presenza in casa di Jeanne, la quale però alla fine gli racconta di come Mika abbia alterato la cioccolata: e il ragazzo ricorda che la mamma aveva perso il controllo della macchina in seguito ad un colpo di sonno. Mika allora cerca di far sorgere in Guillame nuovi dubbi sull'identità del padre e sul rapporto che si sta creando con Jeanne. Quindi prepara ancora cioccolata col sonnifero, che pertò per errore viene bevuta da Jeanne. I due ragazzi decidono di andare in città, e Jeanne alla guida comincia a sbandare. Arriva la notizia di un incidente. Mika chiede se i due giovani sono morti. Andrè risponde di no, e aggiunge che si trovano alla polizia dove stanno raccontando tutto l'accaduto. Mika allora va in sala, si sdraia sul divano, si rannicchia su se stessa.

Valutazione Pastorale

Si tratta di una prova di grande efficacia da parte del veterano Chabrol, che dopo 42 anni di attività attraverso 47 film, ha ancora voglia di entrare nei meandri della psiche, di confrontarsi con i temi del male, della colpa, dell'espiazione. "Un'affabulazione para-poliziesca stile suspence": così Chabrol stesso definisce la messa in scena del romanzo originario, aggiungendo di aver voluto fare ricorso a 'semplicità ed eleganza', ossia alla maniera migliore di dare anche alla forma del film un pizzico di perversità. I percorsi mentali che spingono Mika all'omicidio sono difficili da seguire e di sottilissima distinzione. Senza pretendere dunque di arrivare ad una soluzione, Chabrol riesce tuttavia a mantenere vivi i toni della favola 'morale'. La colpevole è smascherata e addidata nel suo essere succube e quasi schiava del male. L'incapacità di accettare la colpa la porta ad una sorta di autoesclusione. Il racconto è solido e robusto, incorniciato in una struttura geometrica, dove sentimenti ed emozioni si raggelano, e un fremito di paura percorre persone e luoghi. Resta notevole in Chabrol la capacità di mettere in evidenza le debolezze di donne e uomini, e di saper andare loro incontro. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, con riserve per qualche passaggio meno risolto (anche sul piano comportamentale), ma nell'insieme sicuramente problematico. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori (anche nel caso dei successivi passaggi televisisivi). Da proporre sui temi del thriller con taglio tra psicologia e psicanalisi.

Le altre valutazioni

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